È vestito tutto di nero, David Gilmour.
Quando arriva al Comune di Pompei un tizio gira la testa e lo guarda. Oggi a Napoli c'erano Dolce e Gabbana. Dice. Questo chi è? Il chitarrista dei Pink Floyd. Ah, ok.
Sono le 17,59. A Pompei fa un caldo della madonna. 30 gradi c'è scritto sull'iPhone. 52, se uno valuta la temperatura dal puzzo di sudore che c'è a Palazzo De Fusco.
Dave arriva con una mercedes sempre nera che sembra un container della pompe funebri.
Al Comune lo accompagna, come da copione la moglie Polly. Splendida, che anche il tizio di prima si chiede chi è. Ma con un po' più di coinvolgimento.
Sembra un matrimonio di quelli che vai a sottoscrivere per avere il permesso di soggiorno. Pochi invitati, e la voglia di scappare via.
Qui non ci sono ragazzine pronte a lanciare il reggiseno alla star di turno. C'è solo il custode che dice Uagliù, ve ne dovete andare. Senza neanche accorgersi che ho 52 anni e sono una donna.
Alle quattro di pomeriggio davanti al Comune non c'è nessuno.
Poi si fa un po' di gente.
Un centinaio di persone. Qualche chitarra e qualcuno che canta Wish you were here.
Due ore dopo arriva lui. Ha un Panama che gli copre il volto. Ma nessun segno dei settant'anni portati in maniera meravigliosa.
Dave si guarda intorno perplesso. Cazzo. Nessuna folla oceanica. Ho scritto ad un ragazzo di Pompei, gli ho detto 'beati voi, oggi è un gran giorno'. Ha messo mi piace. E ha chiuso la chat. 
Un pollicione che sembra il triangolo di Dark Side of The Moon. O sono solo io che me la sto vivendo male.
Mi faccio strada tra la 'folla'. È' un gran giorno, vero? Dico sorridendo come un deficiente. Mi cacciano via.
Il Comune è blindato. Entrano solo le testate nazionali, e qualche altra testa di cazzo a caso.
Poi hanno pietà e salgo anche io. E gli altri cento.
Il sindaco Uliano è emozionato. Da ragazzo l'ho amata... Dice in italiano.
Dave sorride. E gli stringe la mano.
Ora è cittadino di Pompei.