“Io sono in campo, basta con gli inciuci”. Parla a braccio per cinquanta minuti. Alle sue spalle il simbolo con una frase di Borsellino “la rivoluzione si fa con la matita”. Salvatore Vozza attacca i partiti, ringrazia chi sta lavorando con lui, parla dei problemi di Castellammare, ma soprattutto spiega i motivi della sua candidatura a sindaco. “So che la mia è una scelta nel segno della difficoltà. Si sarebbe dovuto fare altro, innovare di più, ma a quindici giorni dalla presentazione delle liste c’è chi baratta Castellammare in cambio di altro. Io qui ci vivo, c’è la mia famiglia e penso non si possa stare fermi”. Prima di lui sono saliti sul palco volti noti del mondo della cultura. La mattinata in cui Vozza ha dato il via alla sua campagna elettorale è cominciata con una lettera firmata da due ex sindaci, Catello Polito e Flavio Di Martino, suoi sostenitori della prima ora. Poi è stata la volta delle voci del teatro Lello Radice con una poesia, Sebastiano Somma con un messaggio di sostegno, Anna Spagnuolo che parla dei giovani costretti ad andarsene e Gianfelice Imparato. L’attore, impegnato nella fiction Rai i Bastardi di Pizzofalcone dai libri di De Giovanni, ha fatto l’intervento più duro riferendosi al degrado di Castellammare. “Cito solo un caso: la folla arrivata a vedere Corona, pregiudicato macchiato di reati odiosi, invitato all’inaugurazione di un ristorante. Le migliaia di giovani che lo hanno accolto come una star sono segno del degrado culturale di questa città”. Per Imparato serve una rivoluzione per uscire da questo degrado, da qui l’adesione ad un progetto come quello di Vozza, in cui l’unione è determinata non da simboli di partito, ma da valori comuni. Poi tocca a Vozza convincere chi è in sala e parlare a chi non c’è. Ai delusi del Pd, “i democratici partono dalla presunzione che possono fare quello che vogliono, tanto vinceranno comunque. La Napoli di De Magistris dimostra che non è vero”. Per il candidato a sindaco, che mira ad un coalizione oltre i partiti, Pd e Forza italia si sono macchiati dello stesso peccato. “Barattare Castellammare per un seggio in Parlamento” e qui il riferimento è diretto ad Antonio Pentangelo, che tiene fermo il centrodestra senza sciogliere la riserva, “o scambiare il candidato a sindaco di Castellammare con quello di Casoria” come starebbero facendo i consiglieri regionali dei democratici Casillo e Topo. Scopre le carte Vozza, tutte. Quelle che lo favoriscono rispetto a chi non riesce a scegliere il candidato a sindaco, “mi chiedo aggregazioni di centro in base a quali interessi si siano unite” la stoccata è alla coalizione di Greco e Melisse. E quelle che lo svantaggiano. “Certo non mi fermo se il Pd candida Tony Pannullo” dice sgombrando il campo da illazioni sull’incontro avvenuto ieri con il sottosegretario Gennaro Migliore. “Solo un caffè con un amico”. Ad un altro amico, invece, fa un appello, “Nello Di Nardo ripensaci”. Una cosa sola ora è in grado di fermarlo. “In queste ore vi chiedo di dare la disponibilità a candidarvi”. Ci vuole una coalizione. Da soli non si va a nessuno parte . Questo Vozza lo sa. Senza l’esercito dei candidati la rivoluzione non comincia.