Soldi in cambio di voti. A costituire una prova dell'avvenuto scambio una foto scattata nella cabina elettorale. Sono tre i candidati al consiglio comunale ascoltati dagli investigatori che stanno cercando di capire se a Castellammare effettivamente qualcuno abbia acquistato preferenze. Tutto è partito da una certezza: durante il primo turno sono tre gli elettori trovati mentre con il proprio cellulare scattavano foto alla scheda elettorale. Due nel seggio del Lattaro alla periferia nord della città e uno al Seminario nel seggio in cui vota il centro antico. Ora da quanto racconta Tiziano Valle sul quotidiano Metropolis l'inchiesta aperta dalla Procura di Torre Annunziata avrebbe fatto dei passi in avanti. Sarebbero stati sentiti su disposizione dei magistrati tre candidati, tutti della coalizione a sostegno di Pannullo. I tre sarebbero stati ascoltati come persone informate dei fatti, quindi al momento non ci sarebbero indagati. Ma il tentativo della Procura è diretto a ricostruire il quadro complessivo in cui si sono svolte le elezioni a Castellammare. Una richiesta di chiarire ombre arrivata da tutte le parti politiche, mentre lo stesso sindaco Pannullo ha chiesto ai magistrati di dissipare ogni dubbio. Soprattutto dopo che su La / è andata in onda un'intervista anomina ad un elettore che ha denunciato di avere venduto pacchetti di voti ad un candidato. Sulla vicenda delle foto in cabina sarebbero coinvolti candidati del Pd e di una civica, ma gli inquirenti erano in realtà già al lavoro prima che si aprissero le urne. La Digos ha osservato con attenzione la campagna elettorale di più di un candidato visto in giro con persone note agli inquirenti, provenienti da quartieri in cui la presenza della camorra esercita molte pressioni. Sulla possibilità che i clan si siano inseriti nella compravendita di preferenze prima Salvatore Vozza, poi Gaetano Cimmino hanno chiesto l'intervento della Commissione parlamentare Antimafia. Ci vorrà quindi del tempo perchè si capisca se queste ombre sono destinate a trasformarsi in una bufera sul prossimo governo della città.