Arrivato in ospedale con le ferite inferte dalle manganellate, il commerciante della penisola sorrentina non era più riuscito a nascondere il suo terribile segreto. Vittima di minacce e violenze per cinque anni aveva subito in silenzio, sperando di riuscire a liberarsi da solo dalla morsa del suo usuraio. Ma la gabbia di paura, in cui l’aveva chiuso Ciro Bifaro, è stata rotta proprio mentre rischiava di diventare un tunnel senza via di uscita. E’ stato arrestato con l’accusa di usura aggravata ed estorsione il quaranticinquenne di Giugliano accusato di essere il responsabile della sequenza di terrore in cui era finito l’imprenditore della penisola per cinque lunghi anni. Un’inchiesta condotta dalla Procura di Torre Annunziata con un pool investigativo costituito dai carabinieri e la Guardia di Finanza che ha permesso di ricostruire l’intera vicenda dal 2011 al 2016. Una storia cominciata con un piccolo prestito, una somma che la vittima aveva chiesto per uscire dai suoi guai economici, finendo così in un guai ben peggiori. Caduto in trappola, il commerciante era costretto a pagare tramite carte ricaricabili Postaepay somme sempre più alte, destinate a raddoppiare anche nell’arco di pochi mesi. Pagamenti che Bifaro ritirava in diversi uffici postali della provincia di Napoli in modo da non lasciare tracce, riducendo al minimo i contatti personali con la vittima. L’uomo si faceva vivo solo quando i versamenti non arrivavano puntuali, con minacce e anche con violenze. Una volta, infatti, l’imprenditore è finito in ospedale a causa delle botte ricevute con un manganello, un episodio che ha messo in allarme le forze dell’ordine che hanno cominciato un’indagine sul caso anche attraverso accertamenti patrimoniali. Scattata l’ordinanza di custodia cautelare, con gli arresti domiciliari, ora Ciro Bifaro dovrà rispondere della pesante accusa di estorsione e usura. La fine di un incubo per il commerciante della penisola che potrà finalmente ricominciare a vivere.