LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




La storia dell'orrore

Violentata a 15 anni dal branco: in due tornano dai genitori, sette restano in casa famiglia

Domani interrogati gli ultimi due, intanto a Pimonte la veglia di preghiera organizzata dal parroco

di Redazione
Violentata a 15 anni dal branco: in due tornano dai genitori, sette restano in casa famiglia

Due sono ritornati dai genitori, sette sono rimasti in casa famiglia e il futuro degli ultimi due si conoscerà domani. Il branco, che avrebbe costretto una ragazzina di quindici anni a rapporti sessuali con ricatti e violenze, non ha condiviso lo stesso destino. Per il giudice del Tribunale dei minorenni, che ha deciso sul provvedimento da prendere, non tutti hanno avuto le stesse responsabilità nella storia che ha scosso le coscienze a Pimonte, ma è diventato un caso nazionale. Non è tornato a casa, il sedicenne che per gli inquirenti avrebbe avuto il ruolo di capobranco. Alla figura del fidanzatino, che ad insaputa della ragazzina, si sarebbe fatto riprendere in rapporti intimi per poi usare quei video hard per ricattarla, si è dato il ruolo del regista. Lui, dall’aspetto mingherlino ma dai comportamenti da adulto, parente di un boss dei Monti Lattari, avrebbe poi costruito il gioco perverso di minacce e violenze continuate dagli amici di Gragnano e Pimonte, arrivati nella capanna del presepe nella Valle del Lavatoio per abusare di lei. Ma nel suo caso confermata la casa famiglia, mentre per un altro nipote del boss e un altro dei ragazzini del branco, interrogati in quest’ultima settimana dal gip, non si sarebbe trattata di violenza sessuale. Non sarebbero riusciti, infatti, nel loro piano. E quindi l’accusa sarebbe di tentata violenza sessuale. Per sette degli undici, adolescenti coinvolti in questa storia dell’orrore, in questa fase preliminare l’accusa di violenza sessuale resta confermata e non potranno lasciare la casa famiglia a cui sono stati consegnati da lunedì scorso. Sono ancora due i ragazzi che il giudice deve interrogare, molto probabilmente domani, che quindi sapranno tra poco ore quale sarà la loro sorte. A quel punto il magistrato avrà ricostruito l’intera vicenda dal confronto tra gli interrogatori degli undici ragazzi con i racconti della loro vittima, che ha denunciato la vicenda ai carabinieri dopo la scoperta dei genitori del baratro in cui era finita. Una vicenda che, però, non è solo storia giudiziaria, ma anche di coscienze che si interrogano vista l’età dei protagonisti. Tutti piccolissimi, al punto che uno dei ragazzini coinvolti avendo dodici anni non è stato considerato nemmeno imputabile e affidato ai genitori. Tra Gragnano e Pimonte i due piccoli comuni scossi dalla terribile storia comincia un percorso di mobilitazione e preghiera. Come annunciato, domani don Gennaro Giordano, nella parrocchia di San Michele, promuove una veglia “per chi soffre e per il male fatto e ricevuto”. Ma iniziative di riflessione si svolgeranno anche a Gragnano, comune da cui provengono diversi dei ragazzini coinvolti nella brutta storia. Una storia che non si può rimuovere per fare in modo che non si ripeta mai più.   


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31-07-2016 18:19:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA