Crolli e rifiuti, è il presete dell'antica Stabia. Una foto scattata per chedere una inversione di marcia. Inviata il 3 giugno, è passato un mese senza una risposta. Un appello da chi ogni giorno lavora al rilancio delle Ville di Stabia indirizzato ad Osanna. Il 3 giugno il Comitato per gli Scavi di Stabia, fondato nel 1950 da Libero D’Orsi e l’associazione Funiculart ha scritto una lettera al direttore Osanna. Nel testo si chiedeva: "Un intervento urgente, che provveda al recupero delle pavimentazioni e al miglioramento nella fruizione della struttura da parte dell’utenzaâ€. Nella lettera protocollata ad inizio giugno, come racconta oggi il Mattino, si raccontano le condizioni di un sito archeologico in cui i crolli si sommano all'incuria. Dalla strada di accesso per i turisti spesso utilizzata come discarica, al sistema di ingresso gratuito e affidato alle firme su un registro. Tant'è che nel 2017 Stabia è stato l'unico sito del circuito di Pompei a registrare un calo invece che un aumento di visitatori. Ma a preoccupare di più i firmatari della lettera sono i troppi ambienti chiusi e lo stato di abbandono delle due Ville Arianna e San Marco. Citato come esempio il crollo della copertura in lamiere che copriva gli ambienti esposti e nord e che guardano al Vesuvio crollò il 20 dicembre 2017 nella struttura tra le due Ville definita complesso due. Da quel giorno non un solo mattone è stato spostato, la tettoia non solo non è stata ripristinata ma i suoi resti sono ancora a terra, segno di declino e abbandono. L’idea dei sottoscrittori, che pure in passato hanno collaborato con la Soprintendenza e sostenuto le sue attività , è di accendere i riflettori sulla situazione che tiene Stabia fuori dal piano di rilancio di Pompei. C’è tanto da lavorare all’interno e all’esterno degli Scavi. Ferma anche la situazione degli scempi edilizi da abbattere alle porte delle due Ville. Intanto l’area è diventata una discarica a cielo aperto, in particolare strada Varano, via di accesso a Villa Arianna. «Molte volte abbiamo segnalato anche la presenza di topi morti ed escrementi di cane proprio davanti all’ingresso degli Scavi – spiega Libero Schettino presidente di Funiculart – il difficile è spiegare ai turisti il perché di un abbandono così evidente dentro e fuori dalle ville romane.»
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