Video hard per tenere sotto ricatto chi ci cascava. Aveva trovato il modo per arricchirsi una psicologa di Castellammare che, insieme ad una amica, teneva sotto scacco imprenditori e professionisti ripresi mentre facevano sesso a tre. Ora la coppia dovrà difendersi dall’accusa di estorsione, le due donne sono finite una agli arresti domiciliari e l’altra all’obbligo di firma su disposizione del gip Giuseppe Bersani. A fare fallire il loro piano la denuncia di una delle vittime. Un imprenditore di Piacenza ha deciso, infatti, di denunciare la stabiese di 37 anni e la complice mandando in fumo il piano delle due donne. L’uomo si è ritrovato nei guai dopo una notte di sesso con due donne conosciute al ristorante. A distanza di qualche giorno ha capito di avere perso la pace, un video hard della serata è diventato un’arma di ricatto continua. Per non rendere pubbliche le immagini che lo incastravano le due complici chiedevano ventimila euro. "Abbiamo un video del rapporto, dacci i soldi oppure lo divulghiamo" minacciavano al cellulare. La vittima però ha deciso di non cedere al ricatto, denunciando l’episodio alla polizia. L'imprenditore si è rivolto alla Mobile che ha avviato indagini, coordinate dal Pm Emilio Pisante.
Grazie anche a intercettazioni, gli agenti di Salvatore Blasco sono giunti alle due. Gli inquirenti hanno condotto un’indagine durata qualche mese e hanno trovato le prove nelle intercettazioni telefoniche dei colloqui tra una delle due donne e la loro vittima. Secondo quanto stabilito dalla polizia, infatti, le due, la 37enne di Castellammare di Stabia ma residente a Lucca e una 25enne di Castrovillari, si trovavano a Piacenza di passaggio per effettuare un servizio fotografico hard in un noto studio della città. Le due si sono conosciute perche la più giovane era una cliente della psicologa, poi erano diventate amiche. Ma andando a scavare nella vita professionale della psicologa stabiese i poliziotti hanno capito che l’imprenditore non era l’unica vittima della donna. Anche il genitore di un suo piccolo assistito era finito nella stessa rete, non trovando il coraggio di denunciare.