Data importante quella del 21 dicembre per la Città di Vico Equense, una data che segna l'inizio della convenzione con il neonato Aequa CineTeatroSpazioArte.
Si parte mercoledì 21 dicembre alle ore 21 con la Performance Art “Tufo” di Alessandra Sorrentino, ad accompagnare la straordinaria ed emozionante artista di Pompei ci sarà il Maestro Catello Tucci al violoncello, per uno spettacolo che proietterà nei futuro gli spettatori, mantenendo però ben saldi i legami con i nostri territori.
"TUFO" rappresenta un mucchio di mattoni da spostare, blocchi emotivi pesanti e porosi che danzeranno, prima di diventare una "CASA".
“Avremo il piacere di inaugurare la convenzione stipulata con il neonato centro culturale di Vico Equense – ha dichiarato il sindaco Peppe Aiello e il vicesindaco Benedetto Migliaccio - offrendo ai cittadini la possibilità di assistere a questa performance che ha riscosso molto successo, soprattutto in Campania. Eventi come questo contribuiscono ad arricchire l’offerta culturale della nostra città, sempre molto aperta ad aprirsi a eventi e iniziative in grado di attrarre un numero sempre maggiore di turisti e cittadini”.
“Ringrazio il Sindaco Peppe Aiello e tutta la Città di Vico Equense, che credono nell'arte e nella costruzione del proprio mondo interiore”, ha dichiarato l’artista Alessandra Sorrentino.
“Abitiamo ciò che indossiamo – ha raccontato Luigi Pingitore, scrittore e filmaker che ha curato i testi e ha sostenuto l’artista nella produzione dello spettacolo –. D’altronde le parole, ridotte a pura radice, non possono mentire. Abitiamo case, indossiamo spazi, calziamo vuoti e memorie. Finché tutto si confonde e ci imprigiona. Pensiamo di essere liberi, ma siamo solo in attesa. Di notte, non visto, un vento boreale porta scompiglio sulle pareti delle nostre case. La polvere di tufo, sollevandosi in aria, sfarinata, ci entra nelle narici e allaga i sensi. I nostri neuroni diventano incandescenti. È così che si diventa parte della città, è così che si dismette il proprio corpo per indossare l'abito di ogni casa in cui siamo entrati per guardare, godere, patire e perdersi”.