GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2024




Il fatto

Vesuvio, uno studio in grado di prevedere l'eruzione

Modello realizzato da team di ricercatori

di Redazione
Vesuvio, uno studio in grado di prevedere l'eruzione

Il Vesuvio osservato speciale dagli esperti. Gli scienziati hanno elaborato un modello per prevedere l'eruzione. I ricercatori possono ora produrre una valutazione comparabile delle probabilità di eruzione e della pericolosità sul territorio tra i tre vulcani napoletani: Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei che insistono sul territorio dell'area metropolitana di Napoli, densamente popolato.

Questo grazie ad un nuovo modello statistico che, studiando l'alternanza dei periodi di alta e bassa attività eruttiva, permette di confrontare sistemi vulcanici anche molto diversi tra loro, migliorandone la comprensione del comportamento.
È il risultato dello studio "A simple two-state model interprets temporal modulations in eruptive activity and enhances multivolcano hazard quantification" realizzato da un team internazionale di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e del British Geological Survey di Edimburgo (Uk).

Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances.
Applicando questo nuovo modello, i ricercatori hanno evidenziato come le dinamiche di avvio e termine delle fasi di alta attività eruttiva siano significativamente diverse tra il Vesuvio, i Campi Flegrei e Ischia, ciascuna legata ai processi vulcanici specifici che dominano i singoli vulcani.
"Il nostro modello si fonda su soli tre parametri: la frequenza eruttiva annuale dei vulcani nei loro periodi di bassa attività, la stessa frequenza eruttiva annuale registrata - viceversa - nei periodi di alta attività, e il cosiddetto 'tempo di intervento soglia', vale a dire l'intervallo temporale senza eruzioni trascorso il quale è possibile sancire il passaggio del vulcano da una fase di alta a una fase di bassa attività eruttiva", spiega Jacopo Selva, ricercatore dell'Ingv e primo autore dell'articolo.
"Nella maggior parte dei vulcani, per quanto diversi tra loro, esistono almeno due stati, da noi identificati come periodi di alta e di bassa attività, e con il nostro modello descriviamo quantitativamente l'alternanza tra questi due stati", prosegue Roberto Sulpizio, dell'Università di Bari.


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03-11-2022 11:55:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA