"Se fanno qualcosa spara". Presi in ostaggio e ammanettati hanno vissuto una sequenza del terrore. E ascoltato quelle parole che facevano capire come i banditi fossero pronti al peggio. Un tempo, che sembrava infinito, mentre i rapinatori portano via tutto dall'albergo in cui erano entrati fingendosi carabinieri. "Se ti muovi ti spacco i denti" è la minaccia indirizzata alla ragazza che è riuscita a chiamare i carabinieri. Per quella telefonata nella notte sono stati arrestati i quattro banditi. E in carcere resteranno. Il gip del Tribunale di Torre Annunziata ha convalidato oggi gli arresti dei quattro accusati del raid al B&b di Pompei, Villa Aurelia, e di avere preso in ostaggio venti persone. Restano in cella i due stabiesi Mario Martinelli e Antonio Amendola. Il primo di Moscarella, difeso dall'avvocato Olga Coda, ha già più di un precedente. Incensurato, invece, Amendola di 23 anni, che insieme all'avvocato Coda è difeso dal legale Mariano Morelli. Con loro in quella notte di violenza Giovanni Torrisi, residente a Boscoreale e Carmine Casciello di Scafati. Hanno fatto irruzione, cinque giorni fa, in piena notte nel B&b Villa Aurelia di Pompei fingendosi carabinieri alla ricerca di un latitante. Con il volto coperto, casacche dell'Arma, pistole, sono arrivati con una Punto blu con lampeggiante mobile sul tettuccio. Ma una ragazza è riuscita a chiamare i carabinieri, quelli veri. L'operatore del 112, ascoltando la richiesta di aiuto e i rumori di fondo, ha capito che era in corso una rapina e ha immediatamente diramato la nota urgente alle pattuglie. In due sono stati catturati immediatamente, l'altra coppia dopo poche ore. Sequestrato anche il bottino della rapina, restituito ai legittimi proprietari. Ora i quattro dovranno rispondere per quella notte di violenza e terrore.