GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Vaiolo in Italia quattro casi, dalla Gran Bretagna: 'Efficaci gli antivirali'

Trentaduenne ricoverato in ospedale ad Arezzo

di Redazione
Vaiolo in Italia quattro casi, dalla Gran Bretagna: 'Efficaci gli antivirali'

Primo caso di vaiolo delle scimmie in Toscana, il quarto in Italia: all'ospedale San Donato di Arezzo ricoverato ieri un uomo di 32 anni rientrato da una vacanza alle isole Canarie.

E' quanto si legge in una nota diffusa dalla Asl Toscana Sud Est in cui si legge che "Azienda e Istituto nazionale Spallanzani di Roma informano che un uomo di 32 anni di Arezzo rientrato nei giorni scorsi da una vacanza alle isole Canarie è risultato positivo al vaiolo delle scimmie, ed è ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Donato.

Si tratta di una persona rientrata in Italia il 15 maggio che ha presentato rapidamente i sintomi della malattia". L'Asl spiega che il 32enne, "nei giorni tra il 15 ed il 20 maggio non ha avuto contatti con i propri familiari, in quanto l'uomo vive da solo. Il giorno 20 maggio si è fatto visitare dal proprio medico di base che lo ha indirizzato agli ambulatori di malattie infettive": è stato "immediatamente preso in carico dai medici del reparto in quanto presentava delle lesioni cutanee suggestive per l'infezione". E' stato così contattato l'Istituto Spallanzani "sia per un parere sulle lesioni, confermando il sospetto clinico posto ad Arezzo in quanto risultavano simili a quelle dei 3 pazienti da loro ricoverati, sia per l'invio dei campioni per la conferma di laboratorio". I tamponi sono stati inviati il 21 maggio al laboratorio di virologia dello Spallanzani e "il giorno successivo - prosegue la Asl - è stata comunicata la positività di tutti i campioni esaminati".


Contemporaneamente il servizio di prevenzione della Asl "ha provveduto ad individuare tutti i contatti della persona che sono stati raggiunti e per i quali è prevista una sorveglianza sull'insorgenza dei sintomi per i prossimi 21 giorni. I sintomi e segni da attenzionare sono le lesioni cutanee (vescicole e pustule), febbre, malessere e ingrossamento dei linfonodi".

L'analisi di sette casi di vaiolo delle scimmie registrati in Gran Bretagna tra il 2018 e il 2021 mostra alcuni benefici della terapia con uno degli antivirali (tecovirimat) sviluppati per il vaiolo umano e usato 'off label' su questi pazienti. Secondo uno studio coordinato da Nick Price del Guy's & St Thomas' NHS Foundation Trust, la terapia con tecovirimat potrebbe ridurre la durata dei sintomi e della contagiosità. È quanto riportato sulla rivista The Lancet Infectious Diseases. Gli esperti hanno testato due antivirali sviluppati per il vaiolo, brincidofovir e tecovirimat, suggerendo che brincidofovir non ha avuto effetti significativi. Mentre i funzionari della sanità pubblica stanno cercando di capire la causa dei focolai di vaiolo delle scimmie in atto in Europa e Nord America - che hanno colpito diversi pazienti che non hanno riferito né di aver viaggiato né di avere un legame con un caso noto in precedenza - questo studio offre le prime informazioni sull'uso degli antivirali per il trattamento del vaiolo delle scimmie nell'uomo, afferma l'autore principale del lavoro, Hugh Adler della Liverpool University Hospitals NHS Foundation Trust.

In questo lavoro si è indagato l'uso dei due antivirali su 7 casi di vaiolo delle scimmie, di cui 4 importati dall'Africa e i restanti tre risultato del contagio diretto uomo-uomo avvenuto nel Regno Unito. Si è trattato di casi lievi, benché gestiti in ospedale in condizioni di isolamento onde evitare il diffondersi del virus. Gli esperti hanno usato off label i due antivirali pensati per il vaiolo umano, per verificarne l'efficacia su quello delle scimmie, visto che in passato i due antivirali erano risultati efficaci in test su animali. E' emerso che uno dei due antivirali - tecovirimat - potrebbe ridurre la durata di sintomi e contagiosità dei pazienti affetti da vaiolo delle scimmie. Adesso che i casi di vaiolo delle scimmie stanno aumentando in diversi paesi è importante avere dati di sperimentazione clinica e "siamo lieti di condividere alcune delle nostre esperienze collettive nella gestione di questa patologia, in precedenza rara e sporadica", concludono gli autori del lavoro.


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24-05-2022 12:58:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA