Una sirena digitale ad Ercolano. L’installazione olografica del progetto di ricerca SIRENA DIGITALE entra nel mondo del Museo Archeologico Virtuale (MAV) di Ercolano, nell’antica Herculaneum - fondata secondo la leggenda dall’eroe semidivino Ercole -, fra le meraviglie dell’archeologia e le suggestioni del mare e della natura, all’ombra del Vesuvio.
Al Museo Archeologico Virtuale (MAV) approda l’ologramma della Sirena Parthenope. La leggenda incontra il mito dove la tecnologia virtuale unisce la storia del passato con il futuro, l’archeologia e la musica, il patrimonio culturale tangibile e intangibile.
Sarà possibile interagire con l’ologramma della Sirena Parthenope ed ascoltare il canto della Napoli antica (in versioni pop-rock, in napoletano, inglese e cinese) navigando attraverso le tecnologie virtuali ed immersive del MAV, per scoprire il mondo antico con gli occhi del futuro, tra Musica e Mito, Storia e Archeologia, dai reperti della cultura materiale alla realtà virtuale.
Dopo il periodo di permanenza e di presentazione in anteprima dell’installazione presso il MANN e il Castel dell’Ovo, SIRENA DIGITALE approda a Ercolano, in intesa con Luigi Vicinanza e Ciro Cacciola, rispettivamente Presidente e Direttore del MAV, grazie alla collaborazione con il Sindaco Ciro Buonajuto del Comune di Ercolano, con il Sindaco Metropolitano di Napoli Gaetano Manfredi e con l’Assessore alla Ricerca, all’Innovazione e alle Startup della Regione Campania, Valeria Fascione.
“SIRENA DIGITALE” è il prototipo olografico di un’artista interattiva che interpreta il repertorio della canzone classica napoletana in versioni multilingue. L’esperienza è accessibile a tutti anche scaricando l’App “Sirena Digitale” per smartphone e tablet. Si tratta di un progetto di ricerca, coordinato da Lello Savonardo e Luigi Gallo, realizzato in collaborazione con la ricercatrice e artista Francesca Fariello, che valorizza il patrimonio artistico e culturale attraverso le tecnologie digitali.
a questi link i video che raccontano Sirena Digitale: https://bit.ly/2QHJTLN
e l’anteprima del documentario: https://youtu.be/hHhXgOrAUGk
“SIRENA DIGITALE”, è un significativo passo in avanti nell’ambito della fruizione dei beni artistici e culturali ed apre moltissime strade all’utilizzo di questa tecnologia nel campo dell’industria culturale, musicale e turistica. Inoltre, grazie all’App, è possibile promuovere la fruizione olografica della canzone napoletana, semplicemente utilizzando una piccola piramide di plastica come mezzo di proiezione.
«Attraverso le tecnologie olografiche, sarà possibile allestire performance olografiche nei teatri, nei parchi archeologici, durante i concerti, o ancora negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o marittime - come ha sottolineato Lello Savonardo (coordinatore scientifico del progetto per il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli) – il progetto Sirena Digitale, inoltre, rappresenta un’esperienza emozionate e coinvolgente disponibile in qualsiasi momento e luogo a portata di smartphone.»
«La bidimensionalità ci sembrava quasi un limite – spiega Luigi Gallo, (coordinatore scientifico del progetto per ICAR-CNR) – mentre l’ologramma permette un livello di coinvolgimento decisamente superiore. Il processo di fruizione non è passivo, l’utente è parte attiva e può realmente interagire con la Sirena Digitale anche grazie all’utilizzo degli ultrasuoni che aggiungono una percezione tattile all’interfaccia. L’utente avrà l’impressione di toccare l’acqua che circonda la Sirena».
"Sirena digitale accoglierà con il suo canto i visitatori proprio all'ingresso del percorso museale - sottolineano Luigi Vicinanza e Ciro Cacciola, presidente e direttore del MAV -, grazie alla collaborazione con le prestigiose istituzioni che hanno realizzato l'installazione, si rafforza la missione del MAV: declinare la tradizione con il linguaggio della contemporaneità, il linguaggio digitale".
Il progetto di ricerca Sirena Digitale nasce come dimostratore del progetto REMIAM – Reti Musei intelligenti ad alta multimedialità del Distretto DATABENC, finanziato dalla Regione Campania e realizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche ICAR-CNR, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, il Centro di produzione RAI Campania e con il Museo Archeologico di Napoli (MANN).
Il forte senso di realtà restituito dall’ologramma dipende anche dal fatto che sia stato realizzato interamente con immagini di una persona reale (non tramite un interprete virtuale ricostruito al computer). Per questo progetto infatti il Centro di Produzione RAI di Napoli ha realizzato riprese in simultanea, da 4 angolazioni diverse, della ricercatrice e artista Francesca Fariello che ha dato vita e voce alla Sirena; queste immagini sono poi state transcodificate in ologramma dall’ICAR-CNR, che ha progettato e realizzato il totem olografico interattivo e l’App.
Nella definizione dell’iconografia della Sirena ha avuto un ruolo centrale il supporto artistico e creativo dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, che ha ridisegnato la sua immagine con nuovi tratti e nuove connotazioni anche attraverso l’uso del trucco e la creazione della scultura della pinna e del fondale del totem olografico, oltre ad aver progettato il logo e l’interfaccia utente dell’App, grazie alla collaborazione di Giuseppe Gaeta, Enrica D’Aguanno e Zaira de Vincentiis.
Grazie al canto della “SIRENA DIGITALE” è possibile ascoltare tracce musicali e diverse interpretazioni dei classici della canzone napoletana, “Malafemmena” e “Reginella” della storica casa editrice napoletana “La Canzonetta”. Le canzoni sono state tradotte e interpretate dalla ricercatrice e artista Francesca Fariello in lingua inglese, cinese, in versioni pop-rock, oltre ad essere state cantate in napoletano e in versione classica piano e voce. Gli arrangiamenti musicali sono di Raffaele Lopez.
Un’esperienza tecnologica innovativa in cui però rimangono centrali le esperienze cognitive ed emozionali «la tecnologia diventa uno strumento – pervasivo ma discreto – della restituzione fisica di un’emozione» come spiega Francesca Fariello.