ll viaggio in un universo che si cela dietro una maschera è stato il racconto del giovane regista stabiese Alessandro Langellotti nel suo “L’inquietudine di Pulcinella”. Lo spettacolo è andato in scena lo scorso 19 marzo al Cat ed è stato accolto da una grande partecipazione di pubblico. Coadiuvato da Teresa Buonaiuto Il regista, senza mai far perdere il sorriso al suo interprete e agli spettatori, smaschera chi ha attraversato il tempo indossando sempre lo stesso costume: quello di chi è nato con un’indole astuta ma contemporaneamente goffa e golosa. Un’indole che, rappresentata al cinema, al teatro (anche dei burattini) o per strada, è poi coincisa con quella del napoletano: scaltro e indolente. Uno stereotipo che Langellotti fa esplodere tre volte, con tre tipologie di Pulcinella: tradizionale (interpretato da Benito Previtera) moderno (lo stesso Angellotti) e universale. I primi due sono gli sfidanti che si contendono lo scettro della risata. Con richiami alla commedia plautina, attraverso il tema dello sdoppiamento della personalità presente nei "Menaechmi" e "l’Amphitruo", il regista stabiese fa duellare le maschere in uno scontro culturale a suon di atti unici. Le due facce temporali si ritrovano risucchiati nell'ultimo atto che, invece di sancire il vincitore, rivelerà una sostanziale affinità fra tradizione e modernità tanto da lasciare, i due pulcinella, increduli. Ma il loro equilibrio, basato sul paradosso di uguaglianza e diversità, è infranto dall’intervento dell’ultimo Pulcinella, quello universale, quello che rompe tutti gli schemi anche perché è stato interpretato da una donna, Martina Amato. Sarà lei ad incoronare il re della della risata. “Il personaggio - afferma Alessandro Langellotti – non può essere collocato in una dimensione temporale precisa”. Il messaggio dell’opera dello stabiese è tesa ad affermare che non si può dire se il pulcinella cinquecentesco sia più autentico di quello delle epoche successive. Pulcinella, o meglio, i pulcinella, ci sono sempre stati e perdureranno in eterno. “Dietro quella maschera – conclude - non c’è né passato né futuro. C’è soltanto un’essenza che caratterizza il genere umano. Relegarlo soltanto al popolo napoletano equivale a sminuirne la sua forza senza tempo.
[19:17, 22/3/2017] Alessandro Langellotti: Il 19 marzo al teatro cat
[19:19, 22/3/2017] Alessandro Langellotti: Alessandro Langellotti Martina Amato
Benito Previtera
Aiuto regia Teresa Buonaito