Dopo essere entrati nel municipio ognuno faceva un po’ come se fosse a casa sua. Andavano a fare la spesa oppure si intrattenevano al bar e c'era anche chi schiacciava un pisolino nell'orario di lavoro: dodici dipendenti del Comune di Castel San Giorgio sono indagati perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di truffa e uso di documento falso, con le aggravanti di aver commesso il fatto in danno di un ente pubblico.
Oggi i carabinieri di Mercato San Severino hanno notificato loro un'ordinanza di sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio di un anno, con interdizione di compiere ogni attività inerente l'ufficio, emessa dal Gip del Tribunale di Nocera Inferiore. Le indagini, coordinate dalla Procura di Nocera Inferiore, sono state condotte dai carabinieri di Castel San Giorgio e dal Norm della Compagnia di Mercato San Severino.
Tra gli indagati vi sono una centralinista, un addetto al protocollo, un geometra, due dirigenti dei servizi sociali, oltre a responsabili e impiegati del cimitero, dell'ufficio tecnico, e un operaio delle pulizie. In sostanza dipendenti di settori fondamentali per il pubblico che ha vissuto un notevole disservizio, come emerso dalle indagini.
Si è scoperto che i dipendenti, dopo aver timbrato il badge, si allontanavano dal posto di lavoro. Ad incastrarli le telecamere installate nel Comune, tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016. I furbetti del cartellino sono stati anche pedinati dai militari che hanno eseguito controlli incrociati sui fogli di presenza.
Gli indagati, senza autorizzazione, si allontanavano dal posto di lavoro durante le ore di servizio per recarsi in alcuni esercizi pubblici del posto oppure per svolgere servizi personali. Alcuni dipendenti, oltre a non timbrare il cartellino, attestavano falsamente di essere entrati o usciti ad un'ora di gran lunga antecedente o successiva rispetto a quella reale in modo da eludere eventuali controlli e mascherare illegittime assenze.
Tra chi andava a fare shopping e chi si recava al supermercato c'era una dipendente che si fermava spesso al bar con un'amica e, invece di lavorare, preferiva dormire su una sedia, nascosto all'interno di un deposito. É il caso di un operaio generico con mansioni di giardiniere che i carabinieri, durante le indagini, non lo hanno mai stato visto lavorare. Gli indagati non sono neoassunti ma lavoratori già incardinati nella struttura amministrativa, tutti tra 45 e 50 anni. All'epoca dei fatti, il Comune era guidato dal sindaco Pasquale Sammartino, il quale ha rassegnato le dimissioni lo scorso mese di maggio.
Da allora il Comune di Castel San Giorgio è gestito dal commissario prefettizio Roberto Amantea che non ha voluto commentare la vicenda. "Noi, come amministratori, - ha però sottolineato - faremo la parte che ci compete, sulla base delle norme esistenti, appena saremo a conoscenza dei dettagli; la magistratura, frattanto, sta facendo il suo lavoro".