“Sono stato io a ucciderlo”. Ha confessato. Dopo mesi in cella Antonio Cirillo ha ammesso di essere stato lui a infliggere il colpo che ha tolto la vita ad un uomo punito per avere difeso la figlia. Assieme a lui, e ai fratelli Domenico e Giorgio Scaramella, la sera del 19 aprile in una stradina di Torre Annunziata, era presente anche il papà Francesco.
Il 67enne è stato fermato ieri mattina dai carabinieri su disposizione della procura di Torre Annunziata. Era appena tornato in libertà dopo una lunga detenzione. Per gli inquirenti è lui il quarto uomo della spedizione punitiva nei confronti del 61enne. Ora è accusato anche lui di omicidio volontario.
Gli inquirenti hanno così ricostruito ancora una volta quello che avvenne quella sera a partire dalle ore 19. Dopo la prima lite per un parcheggio tra Giorgio Scaramella e Cerrato, intervenuto per difendere la figlia, si è ripresentato il commando.
Le belve sono giunte nel garage e hanno brutalmente aggredito Maurizio Cerrato. L’uomo è stato poi scaraventato sulla vettura di Maria Adriana ed è stato trattenuto da Giorgio e Domenico Scaramella e da Francesco Cirillo. Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, ha visto il figlio uccidere il 61enne con una coltellata inferta in pieno petto.