LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Ucciso l'ex pentito Fontana, i killer nelle immagini della videosorveglianza dopo l'agguato ad Agerola

Rubate a Castellammare le targhe utilizzate per la missione di morte

di Redazione
Ucciso l'ex pentito Fontana, i killer nelle immagini della videosorveglianza dopo l'agguato ad Agerola

Hanno aspettato che fosse davanti alla pizzeria. Hanno sparato. E’ crollato a terra nel sangue Antonio Fontana. I killer a missione compiuta sono ripartiti con la loro utilitaria sparendo nel nulla, mentre arrivavano i soccorsi. L’ex pentito è morto dopo poco, mentre le telecamere della videosorveglianza riprendevano l’auto utilizzata per l’omicidio. Dalle immagini gli inquirenti sono risaliti alle targhe dell’utilitaria scelta dai killer. Questa mattina i carabinieri hanno bussato alla porta di un video reporter, proprietario dell’auto a cui appartiene la targa finita nell’inquadratura della videosorveglianza. La Panda era parcheggiata come sempre a via Vecchia Pozzano alla Madonna della Libera, ma le targhe erano sparite. Gli uomini del commando di morte hanno quindi rubato le targhe a Castellammare per poi partire per Agerola dove sapevano che avrebbero trovato il loro bersaglio. La prima tappa dell’organizzazione dell’omicidio è stabiese. L’ex pentito dell’Acqua della Madonna è stato ucciso fuori da Castellammare, ad Agerola, mentre aspettava il suo turno nel ristorante "Li Galli. Ma il destino di Fontana, detto ‘o Fasano, sessanta anni, è stato deciso nella sua città. Ritenuto affiliato in passato al clan camorristico dei Somma-Maresca, è morto prima di raggiungere il San Leonardo. L’uomo era tra i principali nemici di Enzo D’Alessandro, che attualmente è in carcere insieme ai vertici del clan di Scanzano. Che fosse nella lista nera del boss fu Salvatore Belviso a rivelarlo con le sue dichiarazioni, Fontana aveva messo nei guai molti dei D’Alessandro e i suoi racconti ai magistrati avevano fatto scattare più arresti. L’uomo aveva fatto parte del clan dei falsi pentiti e poi aveva aderito alla cosca Scarpa-Omobono che aveva tentato di togliere ai D’Alessandro lo scettro di clan egemone a Castellammare. Troppi atti contro la cosca che comanda in città, atti che neanche i decenni che passano avrebbero potuto cancellare. In queste ore le forze dell’ordine sono al lavoro per individuare i colpevoli e impedire che l’agguato inneschi una spirale di violenze e vendette in una Castellammare che rischia di ripiombare nei suoi anni più bui. La prima svolta arriva proprio dalle immagini della videosorveglianza che disegnano la mappa in cui l’omicidio è stato pensato e organizzato. 


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09-07-2017 19:15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA