Funerali vietati per il narcos freddato mentre tornava a casa. Solo la sepoltura nel cimitero, senza il rito funebre, per Antonino Di Lorenzo. E’ quanto stabilito dalla Prefettura di Napoli per motivi di ordine pubblico, come spesso avviene in casi come quelli del boss dei Lattari. Ucciso nella serata di mercoledì da killer che si erano appostati nella vicinanza della sua abitazione in attesa del suo rientro previsto per le 21, come aveva disposto il giudice dopo l'inchiesta che aveva dimostrato come Di Lorenzo era riuscito ad estendere l'affare droga fino in Abruzzo. Nessun corteo funebre, quindi, come stamattina anticipato dal quotidiano Metropolis. Ma prima della sepoltura, a cui saranno ammessi solo i familiari, sul pregiudicato di 53 anni sarà effettuata l'autopsia come disposto dalla Procura di Torre Annunziata. Sull’omicidio di Di Lorenzo continuano ad indagare i carabinieri di Castellammare di Stabia, agli ordini del capitano Carlo Venturini, che hanno ascoltato anche i familiari. Acquisite le immagini della videosorveglianza che sono collocate nella zona centrale di Casola e sulle vie di accesso del comune dei Lattari. Il tentativo è di individuare le vie di fuga dei killer riuscendo a cogliere dei particolari utili alle indagini. La pista seguita dagli inquirenti porta a qualche sgarro che potrebbe avere commesso di Lorenzo nello smistamento della droga coltivata nelle piantagioni dei Monti Lattari. Un monopolio della produzione che si regge su delicati equilibri, come dimostrano gli omicidi dei capi dell'organizzazione prima di Di Lorenzo. Solo due anni fa era stato ucciso Ciro Orazzo, avversario di Di Lorenzo. Una morte che avrebbe favorito il narcos nella scalata dell'organizzazione. Fino a mercoledì quando morire crivellato da colpi di fucile è toccato a lui.
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