Manda al fratello un messaggio per attirarlo in trappola. Usa un altro telefono per fingersi una donna polacca che voleva incontrare Domenico Martone. E, invece, è il fratello che studia un inganno per portare la sua vittima nella loro proprietà agricola a Lettere e una volta lì bruciarlo.
Nel SMS gli propone un incontro e gli fa credere che porterà all’appuntamento anche un’amica che potrà fare compagnia al fratello. Domenico ci crede e passa a prendere il fratello a Sant'Antonio Abate.
Quando sale in auto con il fratello, infatti, si siede sul sedile posteriore, come mostrano le telecamere, poiché è convinto che le due donne debbano sedersi una accanto al conducente, l’altra accanto a lui.
Il piano è ricostruito nell’ordinanza con cui, nei giorni scorsi, il gip di Torre Annunziata Valeria Campanile ha convalidato il fermo di Antonio Martone, di 36 anni, per omicidio pluriaggravato disposto dalla Procura.
Antonio Martone aveva convinto il fratello, un anno prima, a stipulare due polizze assicurative a suo favore. E una volta ucciso Domenico avrebbe incassato il premio di 300 mila euro.
A lui, però, i carabinieri arrivano grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza in tre Comuni frequentati dai due fratelli: Angri, Sant’Antonio Abate e Lettere. Immagini che avevano immediatamente smentito le dichiarazioni rese dal marittimo, imbarcato sulle navi come cuoco, subito dopo la morte del fratello. Dai video si vede Domenico andare a prendere Antonio, che indossa un giubbotto giallo catarifrangente, a Sant'Antonio Abate.
I due poi si dirigono verso Lettere. Ma le telecamere riprendono anche quello che fa Antonio senza che il fratello se ne accorga. L'uomo prende una tanica e una latta vicino al pollaio e le nasconde nel bagagliaio dell’auto del fratello, coprendole con un panno. Secondo gli inquirenti contengono il liquido infiammabile che servirà per dare fuoco a Domenico, mentre è ancora vivo.