LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Ucciso a 17 anni, restano in carcere i cugini Carfora

Accusati di un raid punitivo, in silenzio davanti al magistrato

di Redazione
Ucciso a 17 anni, restano in carcere i cugini Carfora

Zitti davanti al magistrato. Poche ore dopo la morte di Nicholas partirono per una spedizione punitiva seminando altro sangue nelle strade di Gragnano. Restano in carcere Antonio e Giovanni Carfora, i cugini della vittima, accusati di avere sparato contro l’incensurato Salvatore Pennino in una notte di follia e violenza. Ieri i due fratelli, insieme ad altri due accusati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Secondo il pm della Dda Cimmarotta avrebbero esploso più colpi contro l'auto della vittima, di cui uno lo ferì alla mano. Il gip Antonio Fiorentino non convalida il fermo per i due fratelli Carfora, figli del boss Nicola 'o fuoco, e gli altri due parenti Giovanni Amendola e Raffaele Iodice. I cugini della vittima, però restano in carcere per i gravi indizi di colpevolezza. Confermata, infatti, la misura cautelare emessa dal pubblico Ministero che li accusa di tentato omicidio. Una modalità mafiosa, che doveva suonare come avvertimento a chi aveva rapporti con Maurizio Apicella, accusato della morte di Nicholas con Ciro Di Lauro in quella tragica sequenza di violenza. Per il giudice delle udienze preliminari non ci fu, però, premeditazione. Tutto avvenne, da un'ora all'altra, sull'onda emotiva del terribile delitto avvenuto a via Vittorio Veneto a Gragnano.
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04-06-2020 11:49:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA