GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Traffico illecito di rifiuti, perquisita un'impresa di Gragnano

Coinvolta la Com.Sato in un'indagine partita da Firenze

di Redazione
Traffico illecito di rifiuti, perquisita un'impresa di Gragnano

Un affare molto redditizio sul traffico illecito di rifiuti arrivati anche dall’estero. C’è anche un’impresa di Gragnano tra le sette coinvolte: la Com.Sato, indagato il titolare tra i tredici finiti nell’indagine partita da Firenze. Perquisizioni a raffica in tutta Italia. Secondo quanto appreso da fonti investigative, le aziende indagate sono la Effemetal, con stabilimento a Figline Valdarno e sede legale a Firenze, attiva nel settore del recupero, trasformazione e commercio all'ingrosso di rottami ferrosi; le acciaierie Aferpi di Piombino (Livorno); la Effeservicessrl di Firenze; la Raggi Nefal della provincia di Frosinone; la Nefal Sel di Roma, la Com.Sato di Gragnano e la Effe srl di Brescia.
Sempre in base a quanto emerso, le aziende finite nel mirino degli investigatori avrebbero smaltito illecitamente rifiuti pericolosi attraverso alcuni intermediari, indagati nell'inchiesta, per abbattere i costi, sia di trasporto che di smaltimento. Indagini sono ancora in corso anche per stabilire la destinazione ultima dei materiali trattati abusivamente. Le indagini sono partite dagli accertamenti eseguiti sull'azienda di smaltimento rifiuti Ecofirenze srl, sequestrata nel 2014 dalla forestale nell'ambito di un'altra inchiesta della procura di Firenze per smaltimento illecito di rifiuti. Oggetto dell'inchiesta, si spiega in una nota dei carabinieri forestali, sono "rifiuti ferrosi rottami e rifiuti legati al comparto delle acciaierie (dichiarati illecitamente come materie prime secondarie o come rifiuti non pericolosi) provenienti anche dall'estero".
Secondo gli investigatori, gli indagati avrebbero organizzato la cessione, il trasporto e il ricevimento di ingenti quantitativi di rifiuti speciali anche pericolosi. In alcuni casi, con la complicità degli addetti agli impianti, i rifiuti pericolosi sarebbero stati miscelati e poi declassificati a rifiuti non pericolosi, a materie seconde o a semplice merce. In questo modo venivano trasportati su tir non idonei, condotti da autotrasportatori sprovvisti dell'abilitazione alla movimentazione di rifiuti pericolosi.
Alcune delle imprese oggetto d'indagine avrebbero dichiarato operazioni di recupero mai effettuate. 


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13-12-2017 14:46:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA