Vertenza marittimi: sono venticinque i rappresentanti di altrettante amministrazioni sparse in tutta Italia alle quali il sindaco Luigi Mennella ha deciso di inviare una lettera per chiedere di promuovere iniziative comuni. Tutto parte dall'impegno assunto dalla stesso primo cittadino di Torre del Greco durante la riunione promossa lunedì 5 febbraio a palazzo Baronale, incontro al quale hanno preso parte tra gli altri cinque parlamentari, rappresentanti di enti sovracomunali e delle sigle sindacali. Alla base dell'iniziativa, le lamentele dettate dalla decisione del governo di ridurre l'indennità di malattia dal 75% al 60%, ma anche le condizioni generali in cui sarebbero chiamati ad operare numerosi marittimi.
Le amministrazioni coinvolte sono quelle le cui città presentano il maggior numero di matricole iscritte ai comparti marittimi: si tratta di Genova, Livorno, Gaeta, Napoli, Castellammare di Stabia, Salerno, Ercolano, Palermo, Porto Empedocle, Trapani, Catania, Reggio Calabria, Bari, Taranto, Monfalcone, Savona, La Spezia, Portoferraio, Civitavecchia, Crotone, Gioia Tauro, Molfetta, Ancona, San Benedetto del Tronto e Ravenna. “La legge di bilancio 2024 – ricorda Mennella nella missiva – stabilisce che agli eventi di malattia insorti dal primo gennaio 2024 venga corrisposto una indennità giornaliera nella misura del 60% della retribuzione, con una significativa modifica al ribasso, in quanto la normativa previgente prevedeva che l’indennità venisse calcolata sul 75% “.
Il primo cittadino ricorda ai colleghi delle altre amministrazioni comunali contattate che “questi fatti hanno provocato l’agitazione dei marittimi, particolarmente presenti a Torre del Greco come nei comparti marittimi delle vostre città” evidenziano come nel corso dell'incontro svoltosi al Comune “oltre ad una forte critica del modo in cui è stata trattata una problematica così delicata, sono emerse con forza le vere difficoltà espresse da parte dei rappresentanti dell'intera categoria, come le condizioni di impiego lamentate a bordo da buona parte dei marittimi ed il forte precariato nel quale sono costretti ad operare la stragrande maggioranza dei lavoratori, tali da mettere in risalto come il vero problema sia la mancanza di forme concrete di stabilizzazione e di formazione del comparto”.
Di qui l'invito a sollecitare “i rispettivi consigli comunali all'approvazione di un ordine del giorno comune. Lo stesso sarà poi sottoposto all'attenzione del presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministri competenti al fine di aprire un serio dibattito sul futuro occupazionale di una categoria che rappresenta uno dei traini della nostra economia, per le nostre città e la nazione tutta”.