Ha parlato. Detto la sua verità sui soldi intascati per truccare le sentenze. Sui video degli inquirenti che lo riprendono nel suo ufficio di Scafati mentre riceve avvocati e periti di Castellammare e Torre Annunziata. A distanza di più di tre mesi mesi il gip del tribunale di Nocera Inferiore, Gustavo Danise, ha disposto gli arresti domiciliari per Antonio Iannello. L'avvocato di Scafati, ex giudice di pace presso il tribunale di Torre Annunziata, considerato a capo di un presunto sistema che avrebbe "pilotato" sentenze a favore di avvocati e consulenti in cambio di cinquecento euro a processo. Una tariffa standard per entrare nel cerchio magico scoperta dall'inchiesta, che a settembre ha portato in carcere avvocati e consulenti. Ianniello, autosospesosi dall'incarico, è uscito dal carcere di Poggioreale ieri. Le indagini della Procura avevano portato, solo qualche giorno fa, al sequestro preventivo di beni e immobili nelle disponibilità del magistrato per un milione e mezzo di euro tra appartamenti e proprietà, intestati anche ai familiari.
Nel mirino sono finiti gli acquisti di auto e immobili «fittiziamente intestati» a persone del nucleo familiare del giudice e i bonifici eseguiti «con le più svariate causali» fatti dalle sue collaboratrici di studio. Trentasette i capi d'imputazione, con l'indagine non ancora conclusa e che al momento vede coinvolti magistrati, avvocati, periti, consulenti ed esponenti delle forze dell'ordine.