Era stato tutto studiato nei minimi particolari. Un piano per diffondere terrore e sangue, sparendo con un bottino da 300 mila euro. Arrivavano da Barra e Cercola i cinque rapinatori che ferirono due guardie giurate sul Viale Europa il 12 maggio. Aveva preparato nei dettagli il colpo con cui svaligiarono un portavalori mentre portava soldi al Banco di Napoli. Nella banda anche una guardia giurata di un altro istituto di credito, che prese parte alla sparatoria. Coinvolto il vigilantes della Civin di Napoli Angelo Langione. Questa mattina, i Carabinieri di Castellammare, agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal GlP, su richiesta della Procura di Torre Annunziata. Catturati in cinque, accusati di concorso in rapina aggravata, lesioni personali, porto e detenzione illegale di armi e ricettazione: Marco Angieri, 35 anni, Luigi Nemolato, 36 anni, Francesco Ricci, 40 anni, Carlo Pisani 24 anni. L'indagine, condotta dalla Procura torrese e svolta dai carabinieri di Castellammare, ha portato all'arresto di 3 pregiudicati, di cui uno con precedenti per altre rapine e di due incensurati. Una rapina nella quale furono ferite anche due guardie giurate mentre erano intente ad rifornire gli sportelli bancomat della locale filiale del Banco di Napoli. Nel fuggire i rapinatori avevano ingaggiato un conflitto a fuoco con altre guardie giurate, queste ultime in servizio davanti all'ospedale San Leonardo. Dalle immagini della videosorveglianza è emerso che complice della rapina era anche una guardia giurata di un altro istituto di vigilanza che, fingendo di essere in servizio davanti al Banco Di Napoli, ha sparato contro una delle vittime. E sempre della banda faceva parte anche un altro bandito che si trovava sul viale Europa con un proprio furgone, cui aveva applicato alcune lastre magnetiche per occultare alcuni adesivi pubblicitari della sua attività commerciale, con il compito di impedire la vista alle guardie giurate facilitando il compito dei rapinatori. Un furgone che i banditi hanno usato anche come scudo quando è accaduto l'imprevisto e hanno dovuto rispondere al conflitto a fuoco ingaggiato con le guardie giurate di servizio davanti al San Leonardo. Ma per aiutare i cinque nel piano anche un'altra auto era stata parcheggiata al fianco degli sportelli bancomat, così da impedire al portavalori di assumere la posizione prevista per effettuare le operazioni in sicurezza. Una strategia che la banda aveva messo in campo dopo avere effettuato almeno cinque sopralluoghi a Castellammare per verificare il posto dove effettuare l'assalto e gli itinerari da compiere. Un colpo che i cinque erano pronti a ripetere in altre città. Durante le investigazioni, infatti, la banda è stata intercettata mentre effettuava ulteriori sopralluoghi nei pressi di altri istituti di credito, nonché numerosi pedinamenti di altrettanti furgoni blindati, programmando imminenti analoghi colpi. Ma a fermarli ci hanno pensato investigatori e magistratura e ora i cinque sono in carcere a Poggioreale.