Il caso Terme di Stabia è congelato per almeno una ventina di giorni. E' tra le prime grane che il nuovo sindaco, Gaetano Cimmino, si è trovato sulla scrivania appena entrato a Palazzo Farnese una settimana fa. Per oggi il commissario prefettizio, Gaetano Cupello, aveva lasciato in eredità al primo cittadino un'assemblea per liquidare la Sint, la società che detiene il patrimonio termale. Sentiti i candidati a sindaco, durante la campagna elettorale, Cupello aveva deciso di proseguire con lo scioglimento dopo il flop del bando di privatizzazione e ingaggiato un braccio di ferro con il presidente della Sint Vanacore, fortemente contrario. Cimmino si era detto in linea con le decisioni dell'inviato della prefettura all'indomani della fine dell'amministrazione Pannullo. Una decisione che non era affatto condivisa, invece, dall'ex sindaco e i suoi fedelissimi. Appena indossata la fascia, Cimmino ha scelto però di prendere tempo, rinviando l'assemblea fissata per oggi a dopo il 23 luglio. Nella lettera ecco la motivazione ufficiale: "Si tratta di esaminare gli atti e la corrispondenza in corso tra il commissario e gli organi della società". Nel frattempo per domani è fissata la prima udienza del Tar sul ricorso di Vanacore contro Cupello per l'azzeramento della scelta della liquidazione e le sue dimissioni. Una situazione complessa sul piano giuridico, ma soprattutto per Cimmino delicata sul versante politico. La decisione di chiudere l'esperienza Sint, con la nomina di un liquidatore per la gestione del patrimonio termale di proprietà del Comune, potrebbe dividere la sua maggioranza e creare il primo ostacolo all'esperienza appena iniziata. Un banco di prova che Cimmino rinvia a dopo il 23 luglio, quando a sostenerlo ci sarà la sua nuova giunta e la maggioranza di consiglieri di centrodestra. Venti giorni per risolvere il caso e decidere come riaprire le Terme di Stabia.