LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Teatro per le scuole

Teatri di Carta e lo sbarco di Neil Armstrong sul palcoscenico

La Tournée de “Il bambino tra le stelle” incanta bambini e adulti

di Federica D'Auria
Teatri di Carta e lo sbarco di Neil Armstrong sul palcoscenico

Come si parla ai figli?

Viene immediato e spontaneo chiedersi questo dopo aver visto “Il bambino tra le stelle” di Teatri di Carta.  

La storia sembra semplice ma non lo è, così come può non essere semplice domandarsi in che modo spronare i propri figli ad agire in base a ciò in cui credono, a coltivare il proprio potenziale ed arrivare più in là dei propri sogni.

Neil è un bambino pieno di entusiasmo, corre da una parte all’altra della casa in cerca dei suoi aeroplanini di carta che fa volare alto e crede nei suoi sogni.

La luna è il suo desiderio più grande, raggiungerla per lui è possibile perché sogna di farlo. E ad insegnarglielo è la sua mamma, che racconta a Neil, ogni sera, una favola che lo ispiri, che lo motivi a credere sempre di più nelle proprie capacità. Di contro, a non credere ad una sola parola di Neil né della madre, è il papà, che ha perso la fiducia in sé stesso troppo presto per poterla trasmettere a suo figlio.

Il buio del Buco nero attraverserà la loro famiglia per poi scomparire grazie alla luce della speranza, alla forza del sogno.

Come parlano a Neil, i suoi genitori?

Anche qui, per la madre risulta semplice motivare il proprio bambino; al padre suona invece così difficile da stropicciare i sogni di Neil e trasformarli in assurdità, in sciocchezze. Perché?

Perché le parole ricevute nell’infanzia dell’uno hanno avuto un colore ed un impatto profondamente diversi da quelli dell’infanzia dell’altra. E risuoneranno diversamente, quasi in contrapposizione, nell’educazione del bambino. E non è colpa di nessuno.

Il colpo di scena, a proposito di infanzia, è che sarà proprio Neil, nonostante la tenera età, a mostrare al padre un nuovo colore. Riempirà di luce il presente ed il futuro di un papà dal passato opaco, grazie al riflesso del calore e dei suoni armoniosi delle parole della sua mamma. 

“Il bambino tra le stelle” è Neil Armstrong e la sua storia è sotto gli occhi di tutti.

Quel che non è risaputo, e che è stato immaginato e dipinto dalla drammaturgia delicata ed incisiva di Tiziana Tesauro, è il sogno, la spinta, che muove una persona, un bambino, a desiderare qualcosa da raggiungere. E quanto le parole dei propri genitori possano fare leva sui pensieri e sulle ambizioni dei propri figli.

Le parole, piene di speranza e profondità, si accompagnano ai movimenti coreografici di Christian La Sala. La minuzia nella scelta dei passi di ciascun personaggio è palpabile dal primo ingresso in scena e li caratterizza durante tutta l’opera, e li differenzia con spessore nel cambio ruolo, pur intrecciandoli.

La regia di Francesco Campanile è presente e potente dal primo all’ultimo minuto, tenendo l’equilibrio alto nell’incontro tra danza e parole, tra luci ed ombre (fisiche e drammaturgiche) ed esaltando le caratteristiche ed il potenziale della compagnia tutta.

Taglia nettamente la scena in due blocchi, da ricomporre e scomporre, utilizzando pochi ma essenziali elementi (come un tavolo che si fa armadio e porta del metafisico) e cambia ritmo, colore e densità, evidenziando l’intimità dei personaggi.  

Connie Dentice è Neil Armstrong e il suo personaggio segue uno zig-zag molto complesso sia da un punto di vista emotivo che fisico. Evidenti e destreggiati alla perfezione i picchi di entusiasmo che caratterizzano il bambino pieno di desiderio e di convinzione; commovente e delicata nell’interpretazione dei crolli emotivi di Neil, e poi ancora poliedrica e leggera, spinge il suo personaggio con forza e vola dalla panca piena di speranza e di fiducia. Proprio come un lancio sulla luna.

Chiara Abagnale è proprio la Luna, sogno di Neil, sua adrenalina. Ed è anche la sua mamma, Viola, suo calmante e sua spalla. Bellissime ed equilibrate le sfumature e le note differenti dei due personaggi, portandole comunque verso l’unico obiettivo di motivare Neil. Volteggia leggera, con voce infantile e dolce nel personaggio della Luna, per poi passare abilmente nel ruolo di una mamma elegante e protettiva, dai toni più spessi e rassicuranti. 

Marco Lorenzo Panico interpreta papà Stephen ed il Buco nero. Magistralmente. Pare rompersi nel ruolo del padre, spezzarsi nella voce e nei movimenti che seguono il ritmo calzante del ticchettio dell’orologio. Diventa piccolo piccolo quando sminuisce i sogni di suo figlio e lo fa aumentando tono e volume della voce, per passare poi ad una sinuosità e sveltezza dei movimenti da renderlo tenebroso e affascinante nel ruolo del Buco nero. Due interpretazioni oscure ma dalle linee psicologiche chiare, diverse e nettamente visibili.

Il progetto nasce dalla Compagnia Teatri di Carta, pensato per bambine, ragazzi, adolescenti.

Parla al cuore dei giovani ma fa ancor di più, abita le famiglie, crea un codice di comunicazione che coinvolge tutti perché è a metà tra il reale e l’ideale, tra ciò che si dice in casa e ciò che si dovrebbe dire. Parla alle mamme e ai papà, passa una mano sui loro sogni, su quelli preziosi dei loro figli, su quelli forse andati in frantumi e su quelli ancora da realizzare.

Per avere, forse, una società più felice, più fiduciosa, più sana.

Regia | Francesco Campanile

Scrittura scenica | Tiziana Tesauro

Con | Chiara Abagnale, Connie Dentice, Marco Lorenzo Panico

Movimenti Coreografici | Christian La Sala

Elementi di scena | Mario Ferrillo

Costumi | Ro.Ca.Gi.

Disegno Luci | Paco Summonte

Maschere | Luca Arcamone

Audio e luci | Service in Tour

Datore luci | Damiano Guida

Elettricista | Nicola Guariglia

Organizzazione e Promozione | Sabrina D’Amore

Produzione | Teatri di Carta


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02-03-2023 12:47:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA