Partorisce e butta il feto nella spazzatura. Non hanno impiegato molto i carabinieri di Sala Consilina capitanati da Davide Acquaviva a comprendere, con il supporto dei medici dell'ospedale di Polli che il dramma dell'infanticidio di Auletta era frutto della disperazione di una giovane donna africana di 25 anni di origini nigeriane ospite di un centro di accoglienza della zona.
Il feto di 25 settimane è stato partorito dalla donna che ha poi occultato il cadaverino in un secchio all'esterno del centro e recuperato in un secondo momento dai militari.
Le tracce di sangue, che il personale del centro di accoglienza hanno trovato nei bagni, lasciavano intendere che qualcosa di grave fosse accaduto durante la notte.
Fatto un rapido controllo, le attenzioni sono cadute sulla ragazza nigeriana che una volta giunta in ospedale ha disperatamente cercato di negare l'evidenza, nonostante fosse necessario intervenire chirurgicamente.
La magistratura investita dell'accaduto ha disposto gli esami autoptici sul cadaverino per stabilire se fosse, come presumibile, nato già morto, o se invece sia deceduto dopo.
Nel frattempo la donna è stata denunciata per infanticidio e occultamento di cadavere.