Più che un anniversario rischia di essere un funerale. Il due agosto la stazione delle Fs di Castellammare taglia il traguardo dei 176 anni nell’album dei tratti di ferrovia con la storia più lunga d’Italia. Ci aveva provato già Bobbio, ora tocca al sindaco di un’altra città. Arriva da Torre Annunziata la richiesta alla Regione Campania di sopprimere il collegamento delle Ferrovie dello Stato con Castellammare. Con un atto di indirizzo l’amministrazione Ascione chiede a De Luca di cancellare la stazione stabiese “crea troppo traffico e caos nella zona portuale” e di istituire delle navette su gomma per portare a Castellammare chi arriva con il treno a Torre anche da mete lontane come Milano o Reggio Calabria. Un atto di indirizzo che riporta a quando Trenitalia decise lo stop una quindicina di anni fa, per ragioni che guardano ai numeri di passeggeri sempre più basso, salvo poi fare marcia indietro dopo le tante proteste arrivate dagli stabiesi. Ma questa volta il sindaco Cimmino è dalla parte dei pendolari. “In questa fase storica Castellammare non si può permettere di perdere un altro servizio di trasporto utile per i cittadini, come già accaduto con la Circum a Ponte Persica”. Un no a tempo quello del sindaco di centrodestra, almeno fino a quando non si realizzerà il tram che dovrebbe collegare le due città. Un vecchio progetto restato nel cassetto. “Il Grande progetto Pompei è molto importante e ci preme eliminare i passaggi a livello che limitano la viabilità e dividono in due Castellammare, ma se non si istituisce il tram leggero non ci priveremo della tratta ferroviaria”. Adesso la palla passa alla Regione che dovrà tenere conto di quello che si presenta come uno scontro tra Torre Annunziata e Castellammare. Nell’arena scende anche il parlamentare Lello Vitiello: “La decisione di chiedere alla Regione la chiusura della tratta ferroviaria tra Torre Annunziata e Castellammare rischia di creare disagi e problemi ai cittadini stabiesi. Senza voler entrare nel merito di scelte che riguardano le amministrazioni comunali coinvolte, sarebbe forse stato più utile per gli interessi della collettività chiedere un tavolo di concertazione con la Regione e le parti coinvolte per rivitalizzare quel tratto di linea ferroviaria, tenendo anche conto della potenziale dimensione turistica della città e del suo ruolo centrale nell’area geografica di riferimento. Spero che i due comuni possano comprendere gli effetti negativi della privazione di una linea ferroviaria”.