MERCOLEDÌ 02 APRILE 2025





Il fatto

Stabilimento industriale sequestrato per inquinamento, imprenditore viola i sigilli: arrestato

Finisce ai domiciliari titolare di un'azienda di Sarno

di Redazione
Stabilimento industriale sequestrato per inquinamento, imprenditore viola i sigilli: arrestato

Imprenditore viola lo stop alla sua azienda della procura di Torre Annunziata, riapre industria sequestrata. Arrestato titolare della "T.G.S.S.rl". 
Oggi il personale della Capitaneria di porto 
Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, in esecuzione di un'ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa  dal G.i.p. del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura della Repubblica, ha proceduto all'arresto del legale rappresentante della  società "T. G.S. S.r. l. ", in quanto gravemente indiziato del reato di violazione dei sigilli.


In particolare, i sigilli erano stati apposti dalla medesima  Guardia Costiera lo scorso 11 febbraio 2025, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso dallo stesso G.I.P., su richiesta della Procura  della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, allo stabilimento della società, che effettuava la lavorazione della "galvanica elettrolitica", avente sede operativa nel Comune di Striano, il cui  rappresentante legale si era reso responsabile del delitto di inquinamento  ambientale (art. 452 bis c.p.) e dei reati di scarico abusivo di reflui industriali e di illecito smaltimento e deposito incontrollato di rifiuti  speciali pericolosi (artt. 137 e 256 del Testo Unico Ambientale). Il legale rappresentante della ditta, oggi agli arresti domiciliari, è affittuario dello  stabilimento che la P.G. operante aveva sequestrato e, in sede di esecuzione del sequestro preventivo, era stato nominato custode giudiziario.


Le indagini condotte dalla Guardia Costiera stabiese, sotto  il coordinamento della Procura di Torre Annunziata, hanno consentito di  accertare la reiterata violazione dei sigilli da parte dell'indagato, che illecitamente si era introdotto nella struttura sottoposta a sequestro, pochi  giorni dopo l'esecuzione del provvedimento cautelare reale.


L'azienda, in assenza delle prescritte autorizzazioni e di  un preventivo e adeguato trattamento depurativo, effettuava lo scarico abusivo delle acque reflue industriali provenienti dal ciclo lavorativo dell'opificio,  con un notevole superamento dei limiti fissati. Infatti, le analisi di laboratorio avevano rilevato la presenza di metalli pesanti (zinco, cromo e rame), prodotti dal ciclo  lavorativo, che, invece di essere presenti solo nel "circuito chiuso" utilizzato dall'opificio, erano presenti anche nel suolo, nel sottosuolo e
all'interno del corpo ricettore finale (pubblica fognatura), cagionando un
grave danno all'ambiente derivato dalla contaminazione del processo galvanico.


Le indagini, infatti, hanno permesso di accertare che la  condotta abusiva di scarico dei reflui industriali aveva determinato una compromissione significativa e misurabile delle acque del ricettore finale  (pubblica fognatura), del suolo e del sottosuolo anche in ragione della permeabilità dei terreni contaminati, con un diffuso stato di contaminazione  dell'intera area interessata, per il notevole superamento dei valori di soglia, per la presenza di Cromo, Nichel, Rame e Zinco.


E' stato accertato, altresì, lo smaltimento illecito e l'abbandono incontrollato dei rifiuti liquidi pericolosi prodotti dall'attività svolta in quello stabilimento industriale.


All'esito delle formalità di rito, l'indagato è stato posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

 

 


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31-03-2025 10:20:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA