Napoli pare ospitare più di trenta teatri, sparpagliati tra il centro e la provincia.
Scegliere, diventa imbarazzante.
Volendo ragionare tra cultura e temperature favorevoli, con annesse passeggiate per il centro, vediamo tre tra moltissime soluzioni.
Al Teatro Mercadante, nella sala del Ridotto, lo spettacolo Personaecore di Sandro Dioniso porterà in scena un apologo comico e tragico sulla solitudine della modernità.
Una tranche de vie, che è anche un processo alla nostra convivenza, tenuto nella sala d’attesa dell’ufficio invalidi di una Asl anonima, dove un’umanità dolente, si incontra si scontra, si racconta con la teatralità tipica del popolo napoletano. Gloria, una disabile mentale, è stata accolta in casa da Buonsignore un anziano che vive le antisale degli uffici invalidi come un’occasione di convivialità. Il rapporto tra i due (in pratica una coppia di fatto) è sotteso da tensioni inconfessabili e da istinti manipolatori dove forse la ragazza è vittima di un astuto nullafacente o forse l’uomo è vittima della sensualità ingenua e malata di una creatura sofferente che solo nel finale rivelerà la propria indole di femmina dominante. La pièce è velata da una nota di cinismo rapinoso che è ormai carattere universale: in questo caso amplificato dalle difficoltà economiche e umane della malattia. Personaecore è un atto unico sincopato da un buio, che è anche mentale, un buio breve e intenso come l’affiorare di un rumore di fondo graffiante dal caos della quotidianità. Il buio rimescola la scena, i personaggi e i sentimenti, trasformando la sala d’attesa in un’aula di tribunale, dove la visita / processo impossibile avrà infine luogo per ratificare una pena inutile e forse feroce, come una nuova violazione, l’intrusione di uno sguardo distaccato nella realtà ribollente una manciata di sale cosparso sulla ferita aperta.
In Via Chiaia, al Teatro Sannazzaro, si assiste a Tradimenti di Harold Pinter, regia di Michele Sinisi.
Tradimenti viene generalmente considerata una delle più celebri opere dell’autore. La storia è quella di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, dalla sua fine fino ai suoi esordi. Tutto inizia due anni dopo la fine del rapporto e termina prima che esso abbia inizio. Ma, oltre ai due amanti c’è anche il marito di lei, nonché migliore amico di lui. Insomma, un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare. Se non fosse che il susseguirsi dei fatti lascia piano piano spazio alla complessità d’animo dei tre personaggi, accomunati da un segreto a volte difficile da portare. Ed è forse proprio questo – il segreto – l’elemento chiave della pièce. Le parole non dette, i pensieri taciuti, le azioni nascoste riempiono le vite dei personaggi, invadono i loro spazi, si insinuano in tutte le loro relazioni. Ma, come spesso avviene con le opere dei grandi maestri, non è solo di loro che Pinter ci parla. Sono infatti anche la nostra quotidianità, il nostro segreto ad essere messi in gioco. Perché non c’è strazio maggiore per il cuore che in quei momenti in cui perdiamo il respiro pensando a ciò che avremmo voluto dire in quelle stanze, a quel tradimento dato dal nostro silenzio. È questo, forse, il modo con cui noi esseri umani cresciamo e diventiamo grandi.
Erri De Luca al Teatro Bolivar, porterà Le rose di Sarajevo, ultima ed unica data in Campania.
Le Rose di Sarajevo ha debuttato con un sold out al teatro delle Muse di Ancona.
Il racconto narra del conflitto a Sarajevo, delle ferite lasciate dal lungo assedio della città, testimoniate dalle sue rose, quei fori sull'asfalto provocati dai proiettili di mortaio che riempiti poi nel tempo di resina rossa rievocano l’immagine di una rosa che sta perdendo i petali. “Nella Sarajevo degli anni Novanta, i cittadini andavano alle serate di poesia nel buio di una città senza corrente elettrica” e Izet Sarajlic è rimasto a Sarajevo fino all’ultimo giorno, “Con i suoi versi si erano dati voce gli innamorati di due generazioni. Chi è stato responsabile della felicità, lo è pure dell’infelicità».
Sul palco Erri de Luca voce narrante, Cosimo Damato voce narrante, Giovanni Seneca chitarra classica, Gabriele Pesaresi contrabbasso, Anissa Gouizi Voce e percussioni (darabouka e tamburi a cornice).