Si è sentito in trappola. Si è costituito a meno di 48 ore dal raid nel quale stava per uccidere un ragazzo come lui. Si è presentato ai carabinieri, questo pomeriggio, il sedicenne stabiese che nella notte tra sabato e domenica è entrato con una pistola e un casco integrale colpendo all'addome il suo bersaglio. Ha rischiato di morire, C.C. 19 anni, operato d'urgenza al San Leonardo e ora non in pericolo di vita. Ora il giovanissimo sicario, I.R. figlio di un pregiudicato, dovrà spiegare agli inquirenti il movente che ha scatenato tanta violenza e freddezza, trasformando la sala giochi al Corso Vittorio Emanuele in un set da film. La vittima, che abita in centro a poca distanza dalla sala giochi, non ha una storia criminale alle spalle e dietro l'agguato ci potrebbe essere una vendetta o ritorsione tra bande rivali. Indagine lampo, quindi, per i militari agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia che chiudono un caso in poche ore. Forte la pressione degli inquirenti che erano ormai sulle sue tracce e avevano analizzato le immagini del sistema di videosorveglianza tra il Corso Vittorio Emanuele e via Catello Fusco. Resta la mobilitazione e la preoccupazione di quanti considerano preoccupante il numero di episodi di sangue che ha visto nell'ultimo anno protagonisti giovani pronti a usare coltelli e pistole per imporre la propria legge.Â