Inauguriamo oggi una rubrica di ricette a cura di Paolo Galileo foodblogger al sito www.topogalileo.blogspot.com:
Spaghetti allo scammaro
Il termine “scammaro” nasce a Napoli durante il Regno delle Due Sicilie e identificava i giorni della quaresima e tutti gli altri giorni nei quali, per i precetti religiosi, era obbligatorio mangiare di magro, ovvero giorni nei quali non si poteva mangiare carne.
Che vuol dire "scammaro"? In tempo di quaresima i monaci che per motivi di salute avevano il permesso di mangiare carne, per non turbare gli altri confratelli, mangiavano nella loro camera, in lingua napoletana "cammera". Quindi il termine "cammerare" divenne sinonimo di mangiar di grasso, mentre al contrario, "scammerare" sinonimo di mangiar di magro.
Lo “scammaro” è da considerare un piatto della cucina povera napoletana che nulla toglie al gusto.
Ingredienti per 4 persone
250 gr di spaghetti
2 spicchi d'aglio
2 alici sott'olio
una manciata di olive bianche e nere
1 cucchiaino di pinoli
1 cucchiaino di uva sultanina
1 cucchiaio di capperi
olio extravergine di oliva
prezzemolo, sale e pepe qb
Procedimento
Mentre l'acqua per gli spaghetti è sul fuoco, denocciolate le olive e tagliatele a pezzetti. Mettete i capperi in acqua per togliere il sale in eccesso. Mettete l'uva sultanina in acqua per farla rapprendere. Scolate i capperi e l'uva e tagliate. In una padella capiente mettete l'olio con l'aglio e stemperate a fuoco moderato le alici. Aggiungete il resto degli ingredienti e cuocete per pochi minuti. Togliete l'aglio. Aggiungete un mestolino di acqua di cottura della pasta. Scolate gli spaghetti al dente e grondanti d'acqua. Mantecate e aggiungete il prezzemolo. Servite caldi.