Una bufera giudiziaria su un uomo di punta del Pd. Il sindaco di Meta insieme al comandante della polizia municipale, due funzionari del Comune e quattro imprenditori della zona, ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari per corruzione, peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso di ufficio, turbativa d'asta, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, appropriazione indebita ed emissione di false fatture. Giuseppe Tito è indagato per corruzione e induzione indebita per fatti accaduti nel 2012 quando era assessore nello stesso Comune di Meta. Contestualmente, il gip del tribunale di Torre Annunziata ha disposto per lui un sequestro preventivo di beni per 15 mila euro. Coinvolti nell’inchiesta anche quattro imprenditori che sarebbero stati avvantaggiati dai rapporti con il politico e i funzionari nell’aggiudicazione di appalti pubblici. I quattro nei guai sarebbero imprenditori della penisola sorrentina e dell’area stabiese.
Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata guidata da Alessadnro Pennasilico e condotte alla tenenza della Guardia di Finanza di Massa Lubrense, hanno portato questa mattina ad una svolta decisiva nell’inchiesta che ha ancora molti aspetti top secret.