I soldi li voleva in contanti. Duemila e cinquecento euro per non bloccare il servizio dei parcheggi a pagamento. “Se non vuoi uno sciopero contro paga” è stata la richiesta di Antonio Esposito. Ma l’imprenditore vittima dell’estorsione ha scelto una terza strada raccontando tutto agli investigatori. Anzi, per accorciare i tempi dell'operazione e dare una mano alla Guardia di Finanza, l'imprenditore vittima della richiesta di pizzo ha installato a sue spese le telecamere che hanno ripreso lo scambio di soldi con il quale gli inquirenti hanno inchiodato il sindacalista estorsore, Antonio Esposito, arrestato in flagranza di reato, lo scorso 3 marzo, a Pomigliano d'Arco, dalla Guardia di Finanza
L'uomo ha anche chiesto all'imprenditore di non versare le quote di iscrizione al sindacato dei suoi 14 dipendenti ausiliari del traffico relative agli anni 2013, 2014 e 2015, e di dividersi la somma, circa 6mila euro.
Per non lasciare traccia dell'operazione, il sindacalista avrebbe distrutto le deleghe relative a quegli anni e consegnato all'imprenditore dichiarazione che lo metteva a riparo da eventuali richieste da parte della UilTrasporti. L'imprenditore avrebbe saldato soltanto le quote relative ai mesi tra gennaio e marzo del 2016. Ora gli inquirenti indagano per capire se ci siano stati altri casi del genere.