LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Senza divisa per un anno, Scafarto sospeso dal lavoro: cancellò le prove contro di lui

L'ufficiale di Castellammare accusato per l'inchiesta Consip

di Redazione
Senza divisa per un anno, Scafarto sospeso dal lavoro: cancellò le prove contro di lui

Dovrà togliere la divisa per un anno. Sospeso dal lavoro, dalla sua funzione, per dodici mesi. Il gip di Roma ha emesso una nuova misura interdittiva nei confronti del maggiore ex Noe, Gianpalo Scafarto, una delle figure-chiave del caso Consip per quanto riguarda la rivelazione del segreto d'ufficio. Il militare di Castellammare era stato raggiunto, il 12 dicembre scorso, da una prima interdittiva poi annullata per un vizio formale. Il gip, prima di procedere con la misura, avrebbe dovuto infatti interrogare Scafarto e con lui il colonnello Alessandro Sessa, già vicecomandante del Noe e anch'egli coinvolto nell'indagine e destinatario del provvedimento. Per quest'ultimo il gip non ha disposto nuovamente l'interdittiva in quanto già da alcune settimane si è autosospeso dal servizio.
Ai due la Procura contesta il reato di depistaggio che, unito alle precedenti accuse già configurate dagli inquirenti, ha portato nuovamente all'emissione dell'ordinanza che sospende il maggiore dal servizio per 12 mesi. A sollevare il difetto dell'iter erano stati lo scorso 14 dicembre i difensori di Sessa, gli avvocati Luca Petrucci e Nicola Capozzoli, durante l'interrogatorio di garanzia. Invocando quanto previsto dall'articolo 278 del codice di procedura penale, i due legali avevano suggerito al loro assistito di avvalersi della facolta' di non rispondere. Preso atto dell'incongruenza, per altro non condivisa dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e Mario Palazzi, il gip Sturzo decise di annullare il provvedimento affinchè si potesse procedere al preliminare interrogatorio dei due indagati, salvo poi ripristinare la misura dell'interdizione.
Come oggi è avvenuto.
L' accusa di depistaggio si riferisce all'eliminazione delle comunicazioni intercorse tra i due, tramite whatsapp, al fine di sviare le indagini della procura sulla fuga di notizie che consenti' ai vertici di Consip di apprendere dell'esistenza di un'inchiesta dal parte della magistratura napoletana.
Nella prima ordinanza del dicembre scorso il gip Sturzo ricordava gli episodi che avevano determinato il coinvolgimento di Scafarto (falso e rivelazione del segreto d'ufficio) e di Sessa (depistaggio legato a false dichiarazioni al pm). In merito al reato di depistaggio, il gip sottolineava come "Scafarto, che aveva subito il sequestro, in data 10 maggio 2017, del proprio smartphone al fine di accertare la natura ed il contenuto delle comunicazioni sia con gli altri militari impegnati nelle suddette indagini sia con estranei alle stesse, su richiesta ed istigazione di Sessa ed al fine di non rendere possibile ricostruire compiutamente le conversazioni intervenute con l'applicativo whatsapp, provvedeva a disinstallare dallo smartphone in uso a Sessa il suddetto applicativo; con l'aggravante - era scritto nella prima interdittiva - di aver commesso il fatto mediante distruzione o artificiosa alterazione di un oggetto da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo accertamento".
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25-01-2018 20:19:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA