La fiction più popolare del momento è salva. Il Tribunale di Roma si è pronunciato contro il ricorso cautelare presentato dagli avvocati dell'ex boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria per i danni di immagine che gli sarebbero stati arrecati dalla fiction TV "Sotto copertura 2-La cattura di Zagaria" andata in onda sulla Rai. Gli avvocati dell'ex boss - che avevano chiesto un risarcimento di centomila euro da devolvere in beneficenza - hanno puntato il dito contro le motivazioni alla base della decisione, che risale allo scorso fine novembre.
Secondo l'avvocato Barbara Lettieri, che cura gli aspetti legati al regime di 41bis a cui l'ex capoclan è sottoposto, "dalle motivazioni addotte alla decisione si evince che è lecito rappresentare una persona in maniera peggiorativa rispetto alla realtà perché è un criminale". "Procederemo con la causa di merito", ha annunciato l'avvocato Lettieri, "per smontare questa decisione". Nella fiction, ricorda l'avvocato Barbara Lettieri, legale dell'ex boss del clan dei Casalesi Michele, "gli vengono attribuiti reati che non ha commesso, una figlia che non ha e, soprattutto, viene raffigurato come un pedofilo. Questo, per il giudice, non è grave in quanto non muta l'idea che la maggior parte delle persone ha del criminale".
Le motivazioni delle sentenza, infatti, continua Lettieri, così concludono: "Nel complesso, l'insieme dei comportamenti posti in essere dal protagonista nei confronti della famiglia ospitante mirano, piuttosto, a descrivere l'attitudine del protagonista ad esercitare un controllo sui propri interlocutori, anche attraverso pressioni psicologiche, fornendo una rappresentazione del ricorrente corrispondente alla sua immagine sociale".
"È dunque permesso - si chiede il legale - inventare storie su persone reali, anche le più turpi, distorcendo la realtà e raffigurando il soggetto peggiore di quel che è, purché esse siano in linea con l'immagine sociale che il pubblico ha di lui?"
Ma, sottolinea Lettieri, "l'immagine che veicola la fiction non corrisponde al vero. Michele Zagaria, boss dei Casalesi, è ristretto al 41 bis, sta pagando per i veri crimini che ha commesso e, per quanto possa sembrare ai più incredibile è, e rimane, un soggetto con una dignità, un individuo che nutre sentimenti veri e profondi per la propria famiglia e che nella solitudine del suo blindato rivendica con forza tutto ciò ed ha intenzione di dimostrare che anche il peggiore dei criminali ha dei diritti".
"Per questo sta anche portando avanti una battaglia nella quale rivendica il diritto alla salute, il diritto allo studio ed alla socialità: cardini tutti di quella risocializzazione e rieducazione a cui la detenzione deve tendere", conclude l'avvocato di Zagaria.