Certamente sarà suggestivo entrare nella Praedia di Giulia Felice, sterminata domus circondata da giardini che in tempi un po' di crisi - c'era stato da poco il terremoto del 62 dC - la ricca proprietaria aveva trasformato in una sorta di spa ante litteram, con i lussuosi ambienti affittati per cene e manifestazioni e porte aperte nelle sue terme private, visto che quelle pubbliche erano allora fuori uso. Ma ci sarà da impazzire nella Casa della Venere in Conchiglia, con l'iconico e abbacinante affresco, quasi un Botticelli della prima ora, che rende unico il suo grande giardino. Senza contare che praticamente per la prima volta si aprono i piccoli strepitosi cubicola della Casa del Frutteto, con i suoi due paesaggi a confronto, quello di giorno che affianca quello di notte. E poi i calchi della vittime, che per la prima volta escono a frotte dai laboratori di restauro. Il Grande Progetto Pompei si avvia alle fasi finali e negli Scavi, annuncia il soprintendente Massimo Osanna, arrivano moltissime novità. Con gli spazi visitabili che quasi raddoppiano ( "si arriverà quasi a 22 ettari, la metà dei circa 44 scavati") grazie all'impianto viario messo in sicurezza e decine di diverse occasioni di visita, rese possibili dagli itinerari a tema e aiutate nella comprensione anche da luoghi (uno sarà la Palestra grande l'altro il tempio di Iside) dove, con filmati e tecniche multimediali si aiuteranno i visitatori a calarsi con più facilità nella storia.
"Con la mostra Mito e natura, già a marzo si apre un percorso che parte dall'anfiteatro dove sarà raccolto tutto il materiale organico recuperato dagli archeologi, pani e cibi bruciati dall'eruzione. Si parte da lì per visitare una serie di case appena restaurate dove sono stati riallestiti i giardini con tanto di statue" (in realtà copie perfette, quelle originali rimarranno al coperto). Esperienza unica che permetterà di "respirare la vita quotidiana che si svolgeva in queste domus", assicura Osanna. Che proprio per questo ha voluto che in un'altra casa, la Villa Imperiale, venissero ricostruiti tutti gli arredi, "dai letti alle suppellettili".
In primo piano i giardini. "Sono bellissimi quello della 'spa' di Giulia Felice, articolato e ricco di pergolati, e quello della Venere in Conchiglia, che è tutto un gioco di pareti ingannevoli con giardini finti che si rispecchiano nei giardini reali e un percorso che rende alla perfezione il senso della natura nell'antico", dice. E dopo quella del frutteto, "che non si vede da decenni", ci sarà da scoprire la casa di Marco Lucrezio in via Stabia, appena restaurata e messa in sicurezza.
Tante riaperture, dunque, che puntano a far crescere ancora di più il numero di visitatori di Pompei (nel 2015 si è sfiorato il record dei tre milioni) anche se non tutte le case rimarranno aperte in contemporanea ("stiamo studiando in questi giorni un piano di rotazione, lo impongono esigenze di protezione del patrimonio") e si farà di tutto per spingere i nuovi arrivi verso percorsi inediti.
Tant'è, anche facendo conto su aperture e chiusure a rotazione, negli Scavi, già dalle prossime settimane, ci sarà molto di più da vedere. A partire dai calchi delle vittime, che sono stati portati negli emicicli in cristallo e acciaio di Porta Anfiteatro. Anche se il progetto prevede per il futuro (ci vorrà un bando internazionale) un museo dedicato nel vecchio magazzino dei fori, dove Osanna sogna di raccontare gli ultimi drammatici attimi di Pompei con l'esposizione di tutti i calchi restaurati (sono 86) insieme agli oggetti personali che ognuna delle vittime portava con sé.
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