Non è stato commesso alcun reato nella gestione della società Scafati Sviluppo.
Lo scrive il Sostituto Procuratore Davide Palmieri della Procura di Nocera Inferiore nel valutare il ruolo di Alfonso Di Massa, assessore al commercio, Suap e polizia municipale del Comune di Scafati.
La posizione del politico è stata archiviata in seno alp procedimento che lo vedeva indagato, perché privo di alcuna responsabilità. “La notizia criminis dei curatori risulta infondata” scrive il magistrato procedente.
Determinante la consulenza tecnica di parte, voluta dalla difesa e presentata agli inquirenti dall’avvocato Resia La Mura, già difensore di fiducia dell’assessore Di Massa e dal consulente di parte Gianluca Ianuario, dottore commercialista e revisore legale. Ianuario da sempre partner del noto penalista nelle battaglie più ardue, dove mette in campo tutta l’esperienza e la determinazione che il consulente ha maturato nei reati societari e finanziari anche per i suoi trascorsi come ufficiale della Guardia di Finanza.
La ricostruzione dei fatti relativi alla vicenda del fallimento e alla responsabilità dell’allora presidente del cda della partecipata Alfonso Di Massa (che presentò anche ricorso), è stata cavillare al punto tale che non c’è stato bisogno di alcun altro approfondimento da parte della Procura. Magistrale la richiesta della difesa di acquisire da parte della Procura le dichiarazioni presentate dai curatori negli anni successivi al fallimento.
Evidenti i punti che hanno portato il collegio tecnico difensivo La Mura - Ianuario a blindare non solo il ruolo dell’assessore scafatese della giunta Salvati, ma anche ad evidenziare ombre che adesso si aprono sulla dichiarazione e sulla gestione di un fallimento che era addirittura evitabile a leggere le carte. Un nodo cruciale che rischia di ribaltare totalmente le vicende con responsabilità che potrebbero anche ripercuotersi su chi ha voluto la consegna dei libri in tribunale e di chi, quei libri, non ha saputo o voluto leggere. Li hanno letti e studiati attentamente invece i difensori del assessore Di Massa come dimostra la consulenza tecnica difensiva accuratissima, capace di smontare ogni accusa.
In primo luogo i professionisti dello studio legale hanno fatto notare che la Scafati Sviluppo, in epoca immediatamente precedente alla dichiarazione di fallimento, ha addirittura fatto registrare un utile superiore alle perdite, gettando crepe sul fallimento e anche sull’affermazione dei curatori che a loro dire non potevano recuperare le perdite realizzate fino ad allora e con esse le imposte anticipate giudicate dai curatori come un escamotage per falsare i bilanci.
Tutto smentito. Anzi, senza il fallimento la società avrebbe continuato a produrre generando di conseguenza utili, come quelle per i ricavi da vendite nel 2016 per quasi 5 milioni di euro. Sul piatto, inoltre, c’era la possibilità di vendere tutti i capannoni per una cifra stimata intorno ai 18milioni di euro complessivi, mentre i beni acquisiti dalla fallimentare erano di oltre 7 milioni. Inoltre, scrivono l’avvocato Resia La Mura e il dottore Gianluca Ianuario, infondata era l’accusa di false comunicazioni sociali relative al finanziamento dalla Regione Campania di cui la società aveva incassato solo la prima rata del finanziamento pari a 516mila euro, facendo decadere la possibilità di accedere agli ulteriori 2,0 milioni di euro sui quali i curatori avevano avanzato pesanti sospetti di false rappresentazioni in bilancio.
Teoria che ha fatto crollare di colpo le accuse nei confronti dell’assessore Alfonso Di Massa, la cui posizione è stata stralciata con il pm che ha richiesto l’archiviazione. Una vittoria dell’assessore ma anche del sindaco Cristoforo Salvati che per riconfermare l’assessore nella sua Giunta aveva preteso e ottenuto una relazione accurata sulla vicenda, oggi confermata dai magistrati.
Una vicenda triste (considerati i vantaggi economici e di sviluppo che un fallimento ingiusto ha sottratto al territorio) che però mette in luce anche la competenza della magistratura che non si è lasciata ingannare nonostante gli aspetti estremamente tecnici e complessi di cui la vicenda era connotata