LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Le indagini

Scafarto sempre più nei guai, accusato di avere svelato i segreti dell'inchiesta sul padre di Renzi

Il capitano di Castellammare si è rifiutato di rispondere, l'ufficiale per la terza volta a Piazzale Clodio

di Redazione
Scafarto sempre più nei guai, accusato di avere svelato i segreti dell'inchiesta sul padre di Renzi

Il capitano di Castellammare è accusato di essere la gola profonda dell'inchiesta che ha fatto tremare Renzi e la sua famiglia. Avrebbe raccontato segreti ad uomini dei servizi. Ormai è al terzo interrogatorio e ogni volta la sua situazione diventa più complessa. Si aggrava la posizione del capitano del Noe Gian Paolo Scafarto nel quadro degli accertamenti su Consip tanto che l'ufficiale stabiese è stato chiamato di nuovo a piazzale Clodio per un faccia a faccia con i magistrati romani. Ma stavolta si è chiuso in un ermetico silenzio preferendo non rispondere. Tutto è durato quindi pochissimo. Le nuove ipotesi di accusa del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi sono di falso e di rivelazione del segreto e si aggiungono alla prima, sempre di falso, per l'attribuzione all'imprenditore napoletano Alfredo Romeo di una frase pronunciata in realtà da Italo Bocchino e riferita a Tiziano Renzi. Il suo difensore ha depositato oggi ai titolari un'istanza per chiedere la trasmissione degli atti riguardanti il loro assistito alla procura di Napoli, dove è tuttora applicato, o a quella di Firenze, dove ha prestato servizio per un certo periodo di tempo. Scafarto, che doveva essere interrogato, si è avvalso quindi della facoltà di non rispondere in attesa della risposta dei pm. Le nuove contestazioni vertono per quanto riguarda il falso su un riferimento al generale Fabrizio Farragina, ex Aisi (il servizio segreto interno), in relazione alla vicenda della presunta presenza di esponenti dei servizi durante le indagini svolte da Scafarto su Consip; la rivelazione di segreto si riferisce invece a presunte 'soffiate' sull'andamento delle indagini - ad agosto 2016 e marzo 2017 - ad ex colleghi del Noe passati poi all'Aisi. Gli avvocati Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, difensori di Scafarto, hanno detto di ritenere che nella vicenda "si è posta una questione di carattere tecnico, ossia la competenza per territorio". "Ora - hanno aggiunto - attendiamo la risposta della procura di Roma". Il procuratore Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Paolo Ielo ed il sostituto Mario Palazzi hanno ora dieci giorni di tempo, ma il termine non è perentorio, per pronunciarsi sulla richiesta di trasferimento degli atti. 


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26-06-2017 16:20:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA