L'assessore alla legalità del comune di Castellammare rischia il processo. Per Gianpaolo Scafarto momenti difficili, ad una svolta l'inchiesta che lo riguarda sulla falsificazione delle prove per incastrare il padre di Matteo Renzi. Una posizione che diventa ancora più complessa considerata la richiesta di archiviazione per i fatti contestati al papà dell'ex presidente del Consiglio. La chiusura dell'indagine Consip da parte della procura di Roma dà la stura a nuove grane giudiziarie per quattro esponenti di spicco dell'Arma, a cominciare dall'ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, indagato per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento, e il generale dell'Arma Emanuele Saltalamacchia, che risponde di favoreggiamento.Tra le sette persone che rischiano il processo, oltre a Del Sette e Saltalamacchia, ci sono anche quindi Gianpaolo Scafarto, nell'amministrazione di Cimmino, e Alessandro Sessa, i due ufficiali finiti dell'inchiesta che all'epoca di fatti contestati erano di stanza nel Noe, responsabile delle indagini. Stando all'avviso di conclusioni indagini Scafarto deve rispondere a tre contestazioni di falso e due di rivelazione di segreto d'ufficio. Il suo incarico ha anche innescato la reazione di Renzi che in tv ha chiesto un faccia a faccia con l'assessore stabiese.