LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Scafarto incastrato dal suo cellulare, le prove contro di lui in un messaggio: scena muta all'interrogatorio

L'ufficiale di Castellammare, accusato di avere rivelato inchiesta, si è avvalso della facoltà di non rispondere

di Redazione
Scafarto incastrato dal suo cellulare, le prove contro di lui in un messaggio: scena muta all'interrogatorio

E’ stato zitto. L’incontro è durato pochi minuti. Le nuove prove contro di lui sarebbero custodite nel suo cellulare. Si è avvalso della facoltà di non rispondere l'ex maggiore del Noe, Gianpaolo Scafarto, a cui la procura di Roma contesta un nuovo episodio di rivelazione del segreto d'ufficio nell'ambito della inchiesta Consip e in particolare nel filone sulla fuga di notizie. L’ufficiale dei carabinieri di Castellammare, accompagnato dai suoi difensori Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, si è intrattenuto nell'ufficio del pm Mario Palazzi, titolare dell'indagine, giusto il tempo per comunicare la sua volontà di non sottoporsi all'interrogatorio. Secondo la Procura il militare dell'Arma, ora sospeso dal servizio su disposizione del gip, avrebbe, nel dicembre del 2016, informato il giornalista Marco Lillo su notizie coperte dal segreto. Le nuove contestazioni, in base a quanto si apprende, sarebbero legate anche a quanto emerso dall'analisi del cellulare di Scafarto. Gli inquirenti avrebbero individuato un messaggio, datato il 21 dicembre 2016, giorno successivo all'audizione di Luigi Marroni (ex ad Consip), in cui un maggiore del Noe di Roma chiede a Scafarto come mai non erano state pubblicate le notizie sull'inchiesta che gli aveva riferito sarebbero apparse sul Fatto.
Conferme agli inquirenti sulla fuga di notizie messa in atto da Scafarto sono arrivate anche dal superiore gerarchico dell'ex maggiore il quale, sentito nei mesi scorsi, avrebbe affermato che parlando con il colonnello Alessandro Sessa, quest'ultimo gli aveva confidato che Scafarto aveva ammesso di avere informato lui il giornalista sugli interrogatori e iscrizioni.
Per questo episodio a Sessa, già indagato per depistaggio, è stata contestata anche l'omessa denuncia per non avere segnalato all'autorità inquirente quanto raccontatogli dal suo sottoposto.


Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere

20-02-2018 18:44:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA