LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Inchiesta Consip

Scafarto incastrato dai messaggi WhatsApp, Renzi sul capitano di Castellammare: "Chi sbaglia deve pagare"

La posizione dell'ufficiale del Noe si aggrava, il suo legale aveva detto: "Solo un errore dovuto a stanchezza"

di Redazione
Scafarto incastrato dai messaggi WhatsApp, Renzi sul capitano di Castellammare:

Scafarto incastrato dai messaggi su WhatsApp trovati sul suo cellulare. E’ quanto emerso dopo  erano stati ascoltati, in veste di indagati, il numero due del Noe, Alessandro Sessa accusato di depistaggio, e il capitano di Castellammare, a cui vengono contestati una serie di falsi presenti nella informativa depositata a piazzale Clodio, il 9 gennaio scorso. La posizione di quest'ultimo si aggrava alla luce di alcuni messaggi WhatsApp trovati sul suo cellulare dai quali emerge che Scafarto era a conoscenza, perché informato dai suoi collaboratori, che fosse stato l'ex parlamentare Italo Bocchino a parlare di un incontro con Tiziano Renzi che invece il capitano, nella informativa, aveva attribuito all'imprenditore Alfredo Romeo. Cade la difesa costruita dal suo legale che aveva provato a dimostrare si trattasse di un errore dovuto a stanchezza. 
Su questo nuovo colpo di scena è intervenuto l'ex premier Renzi affermando che "chi sbaglia deve pagare e chi prova a fabbricare prove false deve risponderne". M5S afferma che in queste ore "dagli esponenti del Pd continuano ad arrivare gravi attacchi all'autonomia e indipendenza dei magistrati: Renzi e i suoi sodali sono degli irresponsabili".
Bocche cucite intanto a piazzale Clodio sull'audizione-fiume di Marroni terminata pochi minuti dopo la mezzanotte. L'unica certezza, è che la posizione dell'ad non è mutata: resta un testimone-chiave che ha, sostanzialmente, confermato quanto detto il 19 dicembre ai pm di Napoli. Ai magistrati raccontò di avere saputo da quattro persone diverse e in differenti occasioni che le sue utenze telefoniche erano sotto intercettazione. A investigatori e inquirenti fece i nomi di Filippo Vannoni, presidente di Pubbliacqua, municipalizzata di Firenze, del presidente Consip, Luigi Ferrara, del generale Emanuele Saltalamacchia e dell'attuale ministro Luca Lotti. Gli ultimi due sono stati indagati per rivelazioni del segreto d'ufficio. Non è escluso che nel corso del confronto con i magistrati, il manager abbia fornito chiarimenti anche sulle presunte pressione che Tiziano Renzi gli avrebbe fatto per agevolare l'imprenditore Carlo Russo che puntava ad aggiudicarsi una delle gare indette da Consip.
Per quanto riguarda il capitolo dell'indagine che coinvolge i vertici del Noe entro 15 giorni arriveranno ai pm i risultati della consulenza disposta sui cellulari di Sessa. Un altro snodo importante per ricostruire la rete di contatti che il colonnello ha avuto nei mesi in cui sarebbe avvenuta la fuga di notizie.


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09-06-2017 19:05:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA