GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




L'Evento

Sant’Antonio Abate, mostra fotografica storica arricchirà il “Maggio della cultura abatese”

Foto di luoghi, personaggi ed eventi verranno esposti con lo scopo di ricostruire la memoria storica della cittadina ai piedi dei Monti Lattari

di Rosa Abagnale
Sant’Antonio Abate, mostra fotografica storica arricchirà il “Maggio della cultura abatese”

Un percorso iniziato su Facebook, quello che ha condotto alla mostra fotografica “C’era una volta Sant’Antonio Abate” che verrà allestita in via Lettere 158 dal 25 al 28 maggio. L’esposizione andrà ad arricchire il fitto programma del “Maggio della Cultura Abatese”, organizzato dall’amministrazione Abagnale in collaborazione con le associazioni del territorio.

Una raccolta di foto creata dagli stessi cittadini abatesi che hanno rispolverato vecchie immagini riposte da troppo tempo negli album dei ricordi e degli affetti, per postarli sul gruppo Facebook omonimo alla mostra. Un susseguirsi di pubblicazioni iniziato spontaneamente e che ha ben presto avviato un processo condiviso di ricostruzione della memoria storica del territorio.

Curatore della mostra, nonché creatore del gruppo Facebook, Maurizio Tartaglione che abbiamo avuto il piacere di incontrare per una breve chiacchierata.

Cominciamo dall’inizio, chi è Maurizio Tartaglione?

Sono soprattutto un grande appassionato d’arte. Sin da piccolo ho avuto il piacere di conoscere artisti e frequentare gallerie, musei. Con gli anni questa mia passione è andata aumentando sempre di più e confesso che il mio sogno sarebbe proprio quello di aprire una galleria d’arte. Se proprio dovessi definirmi, ecco, direi che sono un promotore d’arte. Amo sostenere e valorizzare al massimo tutto ciò che è arte.

Oltre che curatore della mostra fotografica “C’era una volta Sant’Antonio Abate”, lei è anche creatore e amministratore dell’omonimo gruppo Facebook. Cosa le ha ispirato quest’idea?

L’idea di creare uno spazio su Facebook lo avevo maturato da un bel po’. In realtà, prima di arrivare ad aprire questo spazio virtuale avevo immaginato di creare un archivio dove poter organizzare e custodire tutte le foto di personaggi e luoghi del passato che in qualche modo hanno fatto la storia di Sant’Antonio Abate. In piena pandemia, approfittando anche del rallentamento di tutte le nostre attività, ho deciso di creare questo gruppo. Personalmente parto dall’idea che ogni comune, piccolo o grande che sia, dovrebbe avere un archivio digitale dove poter far confluire tutto ciò che ne testimoni il passato, la storia della propria gente.

Nello specifico di questa mostra, parliamo di ricostruire la memoria attraverso il patrimonio fotografico di una comunità. Quanto è importante la memoria nel processo di costruzione dell’identità di una comunità politicamente giovane come quella di Sant’Antonio Abate?

E’ molto importante e, dirò di più, io l’ho constatato soprattutto osservando i giovani. Quello che più mi piace di questo gruppo è leggere i commenti e le interazioni che i post generano. E’ tangibile quanto sia grande il bisogno delle nuove generazioni di comprendere il proprio passato e di entrare in contatto con le proprie radici. I ragazzi sentono forte l’esigenza di comprendere come vivessero i propri nonni e bisnonni. Già questo lascia comprendere quanto sia importante coltivare la memoria per aumentare il senso d’appartenenza alla propria comunità. Sono tanti i ragazzi ormai affezionati a questo gruppo, perché attraverso questo spazio hanno scoperto cose della vita del territorio che neanche immaginavano.

La creazione di uno spazio virtuale sul quale interagire con tante persone porta inevitabilmente a scoprire temi, comprendere storie, capire il perché di certi meccanismi sociali. Ci sono episodi che l’hanno sorpresa, divertita, arricchita nell’entrare in diretto contatto con i ricordi dei suoi concittadini?

Assolutamente sì. La cosa probabilmente più bella, quella che più mi ha emozionato anche perché era fuori da ogni mia aspettativa, è stato vedere persone ritrovarsi dopo tanti anni grazie alla pubblicazione di foto rimaste nei cassetti per anni. Sapere di abatesi emigrati all’estero che grazie al gruppo abbiano avuto la possibilità di ritrovare parenti e amici mi ha commosso e ripagato dell’impegno profuso. Sì, credo proprio che coltivare la memoria di un territorio sia un dovere che tutti noi abbiamo verso le generazioni future e verso noi stessi.

Dalla pagina Facebook alla mostra. Cosa ha portato a maturare la necessità di passare dal mondo virtuale a quello reale?

Quando un progetto ha riscontro, cercare di passare dal virtuale al reale è fondamentale. La mostra è il culmine del discorso iniziato su Facebook ed ha lo scopo di avvicinare e coinvolgere ancor di più in prima persona gli abatesi sul concetto di memoria. E, dirò di più, credo che una mostra come questa andrebbe proposta ogni due tre anni per esporre al pubblico gli aggiornamenti che ci giungono sul gruppo.

La mostra fotografica “C’era una volta Sant’Antonio abate” è stata organizzata in collaborazione con l’associazione abatese Libertas Antoniana, verrà allestita in via Lettere, civico 158 e sarà inaugurata giovedì 25 maggio alle ore 19.00. Inoltre, potrà essere visitata il 26 e 27 maggio dalle 17.00 alle 22.00 e il 28 dalle 10.00 alle 22.00. 

 

 

 

 


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20-05-2023 07:22:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA