LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Sant'Antonio Abate, incendio nell'industria di pomodori: colpa dei fuochi d'artificio di un matrimonio

Spente le fiamme, le famiglie rientrano a casa

di Christian Apadula
Sant'Antonio Abate, incendio nell'industria di pomodori: colpa dei fuochi d'artificio di un matrimonio

Il cielo nero all'improvviso. Il fumo che entra nelle case della zona industriale di Sant'Antonio Abate, mentre i bambini svegli da poco fanno colazione e gli anziani cercano di resistere al caldo. In pochi minuti l'aria diventa irrespirabile anche per il forte odore di bruciato. Le fiamme, partite dall'interno di un deposito di una fabbrica di pomodori, rapidamente lambiscono le finestre delle abitazioni più vicine.

Le forti ondate di calore distruggono tapparelle e oggetti di plastica sui balconi, praticamente fusi dall’elevata temperatura raggiunta attorno all’azienda conserviera “La Torrente”. Un inferno durato sette ore che ha allarmato anche gli abitanti delle città vicine. In tanti per chilometri hanno visto alzarsi l’alta colonna di fumo nero. L’incendio è divampato intorno alle dieci di questa mattina nella zona ad uso deposito dove la nota industria ha scaffali in legno, su cui sono posizionate cassette di plastica una sull’altra con i barattoli di pomodoro pronti ad essere distribuiti in tutta Italia. Un’ala della fabbrica in cui è rimasto solo cenere dopo che i vigili del fuoco e i carabinieri hanno impiegato una giornata per spegnere le fiamme e mettere tutto in sicurezza. Sei le famiglie che sono state costrette a lasciare le loro case per poi rientrare in serata. Una misura precauzionale visto il pericolo se il caldo e il vento avessero avuto la meglio, estendendo l’incendio. “Uscendo in strada per capire cosa stesse accadendo abbiamo visto in cielo un fungo nero e siamo scappati” ricorda uno degli abitanti del quartiere quando l’emergenza è finita. Da subito i racconti dei testimoni hanno collegato l’incendio ai festeggiamenti per un matrimonio. Uscita di casa la sposa, a pochi metri dall’industria conserviera, per salutare il momento i parenti avrebbero sparato dei fuochi d’artificio pur non avendo alcuna autorizzazione. Una tradizione che spesso accompagna la cerimonia delle nozze in centri come Sant’Antonio Abate. Sono stati oggi i militari del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata a trovare un riscontro che farebbe risalire le cause del rogo ai fuochi d’artificio fatti esplodere all’esterno dell’azienda. Con uno o più petardi che probabilmente hanno fatto divampare le fiamme. I militari hanno trovato e sequestrato una batteria di fuochi pirotecnici esplosa, che era sul manto stradale alle spalle dello stabilimento. E nella giornata di oggi identificati i familiari e invitati al matrimonio che sono finiti in un fascicolo aperto dalla Procura di Torre Annunziata. Nessuna pista è esclusa al momento dal Procuratore Nunzio Fragliasso, anche se l’ipotesi più accreditata resta quella accidentale. Sequestrata l’intera area per permettere agli investigatori di esaminare ogni aspetto.

Spento l’incendio nel primo pomeriggio i danni provocati si sarebbero limitati alla zona del deposito, ma verifiche sono in corso per vedere se si sono determinati danni strutturali ai capannoni. Per ore è stato necessario anche isolare la zona, non facendo arrivare luce e gas, per ridurre il pericolo di un’esplosione. Come ha spiegato la sindaca Ilaria Abagnale che per gestire l’emergenza ha anche chiesto l’aiuto della Protezione Civile della vicina Castellammare di Stabia. “E’ stata una giornata difficile. Famiglie costrette a lasciare le loro case che abbiamo assistito per provare a ridurre problemi e disagi. Alla fine per fortuna non ci sono stati feriti o persone intossicate. Un risultato che si deve all’efficacia e alla tempestività delle forze dell’ordine. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato a questo risultato” dice a fine giornata la sindaca.


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13-07-2023 19:38:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA