Disabilità al tempo del Covid19. La parola al Garante.
Tema dibattuto quello della disabilità, ritenuto per molti versi ancora troppo trascurato. Ma, se il concetto di “disabilità” è inteso come sinonimo di “impedimento” l’emergenza Covid19, avrebbe dovuto farci maturare la giusta dose di empatia per approcciare in maniera corretta alla questione trattata, già solo per il fatto d’esser stati “impediti” a causa di una serie di limitazioni che hanno sconvolto la nostra quotidianità.
“Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io” avrebbe aggiunto il drammaturgo Luigi Pirandello nel tentativo di farci intendere che, alla base della piena comprensione di una situazione c’è sempre l’atto di immedesimarsi nelle condizioni altrui.
Capita molto spesso di leggere appelli rivolti agli organi istituzionali preposti, volti ad una maggiore attenzione da rivolgere ad un mondo complesso ma siamo certi che le responsabilità di eventuali esclusioni e, talvolta, di discriminazioni non interessino il corpo sociale nella sua interezza? Come si pone oggi, il cittadino medio, nei confronti di una persona con disabilità e della sua famiglia? Ne parliamo con Alfonso Federico D’Aniello, l'avvocato Garante dei diritti con disabilità del Comune di Sant’Antonio Abate ad un anno di impegno sul territorio.
Avvocato D’Aniello, cosa l’ha spinta a proporsi per questo delicato incarico?
"Innanzitutto grazie per aver deciso di porre l’attenzione su una tematica così importante.
Sicuramente la mia indole in primis e poi il mio percorso di studi. L’avvicinamento progressivo alla carriera forense, mi ha insegnato a lottare incessantemente per la tutela dei diritti e in particolare per vedere affermato il principio di uguaglianza, affinché venga concretamente rimosso ogni ostacolo che limitata lo sviluppo della persona umana.
Inoltre, la conoscenza diretta delle problematiche legate a questo mondo, le esperienze familiari e personali mi hanno dato lo stimolo giusto per mettermi a disposizione della collettività".
Ad un anno esatto dalla sua nomina, come descriverebbe il rapporto delle istituzioni e della comunità con il concetto di disabilità?
"Analizzando questi primi dodici mesi, posso serenamente affermare che si sta seriamente lavorando verso il concetto di inclusione a tutto tondo, sia sotto l’aspetto amministrativo che dell’impegno cittadino. Ogni passo che stiamo muovendo è volto a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e, al contempo, a sensibilizzare tutti verso questa tematica.
Inoltre, noto un netto miglioramento anche del senso civico della comunità in generale e non solo da parte di chi vive la disabilità nel proprio contesto familiare. Questo è sicuramente un dato molto importante da sottolineare con forza.
Ci tengo a specificare, però, che il percorso è solo all’inizio e soltanto continuando tutti a lavorare nella stessa direzione possiamo rendere il mondo un posto inclusivo, per il benessere di tutti".
Secondo la “Classificazione Internazionale del Funzionamento, della disabilità e della Salute” pubblicata dall’OMS nel 2001, la disabilità è una caratteristica della persona, non la persona in sé quindi è necessario descrivere le situazioni, i contesti e la quotidianità dei soggetti interessati e non tanto il fatto che queste abbiano un handicap fisico o mentale. A distanza di quasi due decenni dall’approvazione del documento citato, ha potuto constatare questo cambio di tendenza?
"Purtroppo da questo punto di vista non posso affermare che ci sia stato una totale inversione di attitudine. A malincuore, mi tocca constatare quotidianamente che il più delle volte la persona con disabilità viene ‘classificata’ in relazione alla patologia e allo stato in cui versa piuttosto che valutata per il proprio valore intrinseco. Dobbiamo comprendere che è necessario una crescita culturale perché “i limiti sono negli occhi solo di chi guarda”. Le persone con disabilità sono un valore aggiunto per la società, necessari a migliorare la qualità della vita di ognuno di noi. Le faccio l’esempio più banale, pensare all’idea di una città accessibile per consentire in primis la mobilità di persone in carrozzina oppure ipovedenti, vuol dire immaginare una maggiore fruibilità degli spazi pubblici per tutti, a partire degli anziani. Ma per realizzare ciò, ripeto è necessario fare ‘rete’ e soprattutto svolgere una costante campagna di sensibilizzazione dell’intera cittadinanza".
C’è da impegnarsi fortemente allora. Quali sono le attività messe in campo e quali, invece, quelle a cui sta lavorando?
"Ho cercato di concentrarmi sulla creazione di momenti di confronto con gli interessati per poter anzitutto aver contezza delle criticità ed agire nell’interesse delle persone con disabilità. Pertanto, ho richiesto ed ottenuto dal Sindaco, la possibilità di attivare lo Sportello “a tutela della disabilità” presso il Municipio, in modo da incontrare personalmente la comunità ogni martedì pomeriggio dalle 15 alle 17.
Ho creato un account ad hoc di posta elettronica ed una pagina Facebook sulla quale è possibile reperire i miei contatti per rendermi reperibile per qualsiasi tipo di informazione, supporto, consulenza e segnalazione.
Inoltre, insieme alle varie associazioni abbiamo collaborato a varie iniziative. La più significativa è stata sicuramente “Una corsa verso l’uguaglianza” in collaborazione con “OSA – Olimpiadi Abatesi” e con il patrocinio del “Comitato Italiano Paraolimpico Regionale”. La manifestazione si è caratterizzata sia per una marcia, tra le strade della città, nel segno dell’inclusione sociale che per una maratonina di atleti paraolimpici.
Ho lanciato la campagna di sensibilizzazione “Questo posto non è un lusso” al fine di combattere la lotta al parcheggio selvaggio negli stalli destati alle persone con disabilità ed ho preso parte ad una serie di attività congressuali su barriere architettoniche, autismo, sport e integrazione scolastica.
Supportato dall’amministrazione comunale, ho organizzato un corso di formazione per le persone con disabilità ma abili al lavoro.
I nuovi progetti a cui sto lavorando riguardano la nascita di un movimento paraolimpico locale in collaborazione con le associazioni sportive e mi sto impegnando per l’eliminazione delle barriere architettoniche, sfruttando la tecnologia in uso comune per le segnalazioni".
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