SABATO 26 APRILE 2025





Il fatto

Sant'Antonio Abate, arrestato Gioacchino Fontanella la sindaca: 'La mia famiglia in prima linea contro i clan'

Estorsione da un milione di euro a consigliere comunale

di Redazione
Sant'Antonio Abate, arrestato Gioacchino Fontanella la sindaca: 'La mia famiglia in prima linea contro i clan'

Arrestato l'ex killer Gioacchino Fontanella per la tentata estorsione al consigliere comunale e imprenditore a Sant'Antonio Abate. Con lui in cella la Guardia giurata Nicola Mandala.

A poche ore dalla cattura in Sardegna del cugino del boss arriva il commento della sindaca Ilaria Abagnale sulla tentata estorsione al consigliere comunale suo parente: “Ancora una volta la tranquillità della comunità abatese era stata minata da chi, con minacce e soprusi, voleva imporre il terrore a Sant'Antonio Abate. Ancora una volta, il coraggio di chi vive nella legalità ha avuto la meglio sulle pressanti richieste della camorra". E, ancora una volta, la mia famiglia è stata in prima linea, con l'arma più potente che gli imprenditori e le persone oneste hanno: la denuncia. Oggi per Sant'Antonio Abate è un'altra giornata importante che segna un altro punto decisivo nella lotta contro le illegalità di ogni genere. Ringrazio forze dell'ordine e magistratura”. "Doveva essere ucciso già due giorni fa". Con queste modalità, l'ex killer pentito aveva deciso di riprendere in mano le redini del clan, imponendo il pizzo da un milione di euro all'imprenditore più in vista del territorio, perché anche consigliere comunale e parente del sindaco. Gioacchino Fontanella, 57 anni di Sant'Antonio Abate è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, che lo hanno catturato in Sardegna, dove risultava residente. In carcere, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, è finito anche Nicola Mendola, 52 anni, guardia giurata che avrebbe accompagnato Fontanella nelle richieste estorsive.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, hanno permesso di identificare i due indagati ed un terzo uomo, attualmente a piede libero, i cui volti sono stati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza di un bar e riconosciuti dalle vittime. Le minacce e le richieste del racket sarebbero avvenute più volte nel giro di due giorni a inizio luglio: prima in un bar, poi direttamente nella sede dell'azienda. 
Dopo l'operazione della Dda l'appello alle vittime dei clan: "A chi, invece, in queste settimane ha vissuto i nostri stessi sentimenti di paura – conclude Ilaria Abagnale – chiedo di fare un passo avanti, di non indietreggiare, di denunciare, di avere fiducia nelle Forze dell'Ordine e nella Magistratura: lo Stato c'è ed è sempre accanto a chi denuncia. E la risposta è decisa, severa e immediata”. 


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30-07-2024 10:16:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA