Aveva 31 anni e per Santa Maria la Carità era "un'istituzione". Cosi' lo definisce il sindaco di Santa Maria la Carità nel dirgli addio. È morto ieri Salvatore Calabrese. Oggi pomeriggio i funerali del giovane nella chiesa del paese in cui lo conoscevano tutti. E' commosso Giosue' D'Amora e non lo nasconde. Una vita giovane interrotta da problemi di salute, un percorso difficile fatto senza perdere mai il sorriso. "Da ieri la nostra cittadina non è più la stessa. In questi anni da Sindaco mi è capitato spesso di dover dare l'estremo saluto a dei concittadini che erano delle 'istituzioni' a Santa Maria, persone che con il lungo esempio di vita avevano acquistato questo ruolo. Salvatorino, anche se ha avuto una vita breve, senza dubbio aveva acquisito già da tempo questo ruolo nella nostra cittadina". Non rinuncia a provare a raccontare quello che il giovane è stato per tutti nel suo comune: "Quale vero appassionato dalla vita ha lasciato il suo sorriso in tutti noi ed in tutte le attività positive del nostro paese: nella parrocchia, nei campi scuola, al teatro con le sue poesie, nelle serate infinite del luglio Sammaritano (per le quali in verità sarebbe più giusto parlare di nottate). Salvatore non aveva limiti, con quella sua moto lo vedevi sbucare ovunque e per anni con il suo esempio ha insegnato silenziosamente ad ognuno di noi come dovevamo affrontare i nostri limiti. Da oggi la nostra cittadina si risveglia più debole, ci sentiamo svuotati, l'unica consolazione è quella di aver avuto la possibilità di vivere con lui". Il primo cittadino, in un periodo complesso per Santa Maria la Carità, pensa in particolare alla famiglia: "Il dolore è troppo forte, ma invito ognuno di noi a non dimenticare il sorriso perenne di Salvatore. E' stata una delle sue lezioni di vita per noi e soprattutto per tutti i suoi familiari alla quale ci stringiamo nel dolore".