GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




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Sanità negata: il calvario delle liste di attesa, un terzo degli italiani paga le cure

Secondo il Censis cresce il numero dei forzati della sanità di tasca propria mentre rimane alta la fiducia nel Pronto Soccorso

di Redazione
Sanità negata: il calvario delle liste di attesa, un terzo degli italiani paga le cure

Secondo il IX rapporto Rbm-Censis presentato oggi nel corso del Welfare Dayl2019, il 44% della popolazione italiana è oramai rassegnato a pagare di tasca propria per ottenere una prestazione sanitaria; un quadro  niente affatto rassicurante visto che  sono 19,6 milioni gli italiani che nel 2018, per almeno una prestazione sanitaria, hanno provato a prenotare una visita al Servizio Sanitario Nazionale ma vista la lungaggine dei tempi di attesa ha preferito rivolgersi a pagamento ai privati.
Qualche dato: in media, si aspettano 128 giorni per una visita endocrinologica, 114 giorni per una diabetologica, 65 giorni per una oncologica, 58 giorni per una neurologica, 57 giorni per una gastroenterologica, 56 giorni per una visita oculistica.
Tra gli accertamenti diagnostici ci vogliono in media 97 giorni prima di effettuare una mammografia, 75 giorni per una colonscopia, 71 giorni per una densitometria ossea, 49 giorni per una gastroscopia.
Numeri che certificano come il servizio sanitario sia al collasso, con il Sud che sebbene abbia meno possibilità economiche va in controtendenza visto che registra il maggior numero di persone che si rivolgono agli specialisti a pagamento (33,2%) rispetto al 22,6% nel Nord-Ovest, il 20,7% nel Nord-Est, il 31,6% al Centro e il 33,2%.
Tutto questo comporta che la spesa per l’assistenza privata sale a 37,3 miliardi di euro con un valore medio per famiglia di 1437 euro; per intenderci il valore di una finanziaria.
Un’altro dato su cui riflettere riguarda i  13,3 milioni di persone che a causa di una patologia hanno fatto visite specialistiche e accertamenti diagnostici sia nel pubblico che nel privato, per verificare la diagnosi ricevuta (una caccia alla "second opinion").
Sempre secondo il Rapporto Rbm-Censis, tra le prestazioni sanitarie effettuate direttamente nel setore privato, hanno una prescrizione medica il 92,5% delle visite oncologiche, l’88,3% di quelle di chirurgia vascolare, l’83,6% degli accertamenti diagnostici, l’82,4% delle prime visite cardiologiche con Ecg che secondo gli autori del report, non riguarda un ingiustificato consumismo sanitario.
Un dato positivo esiste, e riguarda la fiducia degli italiani nel Pronto soccorso dove il 48,9% dei cittadini che nell’ultimo anno hanno avuto una esperienza di accesso al Pronto soccorso ha espresso un giudizio positivo. Solo il 29,7% si è rivolto al Pronto soccorso in una condizione di effettiva emergenza, per cui non poteva perdere tempo, mentre il 38,9% lo ha fatto perché non erano disponibili altri servizi, come il medico di medicina generale, la guardia medica, l’ambulatorio di cure primarie. Il 17,3% lo ha fatto perché ha maggiore fiducia nel Pronto soccorso dell’ospedale rispetto agli altri servizi.

 


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13-06-2019 19:59:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA