Una storia quello del piccolo Ryan in Marocco, caduto in un pozzo che ricorda quella di Alfredino Rampi e delle notti di Vermicino: si torna indietro a quelle giornate di giugno del 1981, alle porte di Roma, con la prima grande diretta tv che tenne sveglia l'Italia del presidente Pertini.

Tutto è cominciato martedì pomeriggio quando Ryan, 5 anni, è sparito, stava giocando nei campi mentre il padre lavorava tenendolo d'occhio, vicino a casa, a Tamrout, un borgo nel nord del Marocco.
In un battito d'ali e sparito, inghiottito da quel pozzo maledetto, prosciugato da tempo, che suo padre aveva coperto con legna e plastica.
Ryan ha fatto un volo di 32 metri tra pareti strette venti centimetri che in qualche modo hanno frenato lo schianto. Poi l'intervento dei vicini, nel giro di poco l'intero villaggio si è mobilitato, convinti di potercela fare da soli, ma ben presto si sono accorti che  le operazioni di recupero erano impossibili senza l'aiuto di persone specializzate.
Il piccolo intanto parlava, chiedeva della mamma mentre intorno al pozzo e a quella famiglia in ansia si è stretta la solidarietà di tutto il Marocco.
Falliti tutti i tentativi di recupero, anche quelli di due speleologi professionisti, i soccorritori hanno quindi deciso di scavare accanto al pozzo per creare poi un tunnel di raccordo e raggiungere il bambino.

Le immagini che le telecamere dei soccorritori sono riuscite a riprendere mostrava Ryan accovacciato nel fango, con il tempo che passa e le immagini che nella loro credeltà fanno il giro del mondo.
Oggi dopo più di tre giorni sembra che il lieto fine sia a pochi metri, questione di ore per i soccorritori che non si sono mai arresi tenendo viva la speranza.
Sul posto l'ambulanza e l'elicottero sono pronti per intervenire non appena il piccolo rivedrà la luce.