LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Ritardi fatali per il quarantenne di Pompei nella stazione di Napoli, le conversazioni choc del 118: "Se è morto non serviamo più"

La storia di Marco D'Aniello colto da malore sui binari, l'ambulanza arrivata 50 minuti dopo

di Redazione
Ritardi fatali per il quarantenne di Pompei nella stazione di Napoli, le conversazioni choc del 118:

Cinquanta minuti di ritardo. L’ambulanza non arriva e lui muore in stazione trenta minuti dopo essere accasciato al suolo. Senza essere soccorso dai medici del 118. A cinque mesi di distanza dalla tragedia che ha colpito un quarantaduenne di Pompei, escono le conversazioni choc sull’arrivo dei soccorsi e i ritardi. “Se è morto allora non serviamo più". Così, al telefono, uno degli operatori del 118 risponde alla richiesta di soccorso pervenuta dagli uomini della vigilanza in servizio alla Stazione centrale di Napoli lo scorso 3 agosto dopo il malore di Marco D'Aniello, un uomo di 42 anni di Pompei che si era accasciato sulla banchina ferroviaria. Sul Corriere.it l'audio delle otto telefonate choc di cui riferisce oggi il Corriere del Mezzogiorno. L'uomo era talassemico. La morte dopo una trentina di minuti, per emorragia, prima che arrivasse l'ambulanza.
"Ci serve un'ambulanza, urgentemente! Urgentemente! Noi abbiamo questa persona a terra che sta emettendo litri e litri di sangue", diceva una delle persone che disperatamente chiedeva soccorso. Secondo un'indagine interna dell'Asl Napoli 1, un mezzo di soccorso disponibile in zona c'era ma non era stato inviato. Gli operatori del 118 in servizio quella sera sono stati temporaneamente sospesi. A chiedere, inutilmente, aiuto, in quei tragici momenti furono le guardie giurate, la Polfer e un passante. «Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per 4 mesi». Se la sono cavata così, almeno per quel che concerne il procedimento disciplinare, tre dei quattro dipendenti dell’Asl che erano di turno nella Centrale operativa del 118 il 3 agosto scorso, serata durante la quale morì Mario D’Aiello. L’uomo, affetto da talassemia, attese a lungo l’invio di un’ambulanza, ma gli operatori colpiti oggi dai provvedimenti disciplinari scelsero di non inviare i soccorsi della postazione Scampia. Solo per uno dei quattro dipendenti coinvolti dai procedimenti disciplinari si è arrivati a sei mesi di sospensione.

Nelle motivazioni di ciascun provvedimento è ricostruita la dinamica inspiegabile di quella sera. Si legge, ad esempio delle «risposte non veritiere» date al telefono a quanti chiedevano l’invio dei soccorsi, asserendo che «non vi erano ambulanze disponibili, mentre l’ambulanza della postazione “Scampia” è risultata, dalla documentazione agli atti, libera da interventi per tutta la durata dell’evento». Si legge, ancora, del fatto che i dipendenti in questione avrebbero dovuto «modificare il codice di gravità dell’intervento», codice attribuito sin dall’inizio, da chi aveva per primo ricevuto chiamata, «in maniera del tutto impropria». In uno dei passaggi si riporta in particolare che alla seconda telefonata, quella delle 21:06:35, alla centrale «arriva l’informazione che il paziente aveva perso coscienza e, quindi l’intervento andava codificato “rosso” senza esitazione alcuna».


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06-01-2018 14:36:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA