Non sapevano di essere ripresi. Depositavano rifiuti speciali e pericolosi a poca distanza dal Parco nazionale del Vesuvio. Ma una telecamera riprendeva la scena mentre venivano scaricati auto fuori uso, parti di carrozzeria, olii esausti, centinaia e centinaia di gomme usurate. Osservati dall’alto con un elicottero che sorvolava la zona, facile scoprire il piano di un uono di 56 anni, titolare di un’officina e ora denunciato di inquinamento ambientale e di gestione di rifiuti speciali pericolosi senza alcuna autorizzazione.
Intorno alla sua autofficina si smaltivano illegalmente olii esausti e altri prodotti di scarto; ma c’era anche un vero e proprio stoccaggio illegale di veicoli fuori uso, parti meccaniche, centinaia di gomme per auto e mezzi pesanti usurate.
Tutto gettato lì come se si trattasse di una discarica, a pochi passi da una’area protetta. Rifiuti abbandonati a Terzigno in maniera incontrollata e senza il rispetto della normativa per la tutela della ambiente. Ma sempre nello stesso comune, alle porte del Vesuvio, scoperti in un giardino anche sacchi contenenti scarti di lavorazioni tessili in attesa di smaltimento irregolare.
È quanto accertato dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata nel corso di servizi organizzati per evitare sversamenti illeciti nel vesuviano e tutelare l’ambiente, effettuati anche con l’utilizzo di un elicottero che ha permesso ai carabinieri di fare anche l’altra scoperta.
Due giardinieri di 84 e 28 anni raccoglievano e depositavano su un’area di loro proprietà rifiuti speciali non pericolosi, 112 grossi sacchi contenenti circa 4.000 chilogrammi di scarti di lavorazione tessile provenienti da attività sartoriali della zona e in attesa di essere smaltiti illegalmente.
A poca distanza infatti, a Ottaviano, il gestore 38enne di un opificio del luogo è stato infatti denunciato per l’omessa tenuta del registro di carico e scarico dei rifiuti tessili. L’altra parte della catena che permetteva di risparmiare i costi collegati a quel tipo di smaltimento.